Attende un mondo che non torner\u00e0 pi\u00f9. Non ci saranno pi\u00f9 titoli di stato che garantiscano un reddito agli investitori. Le (belle) cedole<\/strong> del passato non si rivedranno per i prossimi anni, o decenni.<\/p>\n

Bisogna abituarsi ad allocare il proprio denaro con strumenti che insieme<\/strong> riescano ad ottenere un rendimento. Non ci sar\u00e0 pi\u00f9 un titolo guida soltanto.<\/p>\n

I BOT semestrali assegnati in settimana, infatti, hanno avuto rendimento negativo…<\/h2>\n

Paghiamo per prestare i soldi allo stato italiano a 6 mesi. Pu\u00f2 sembrare paradossale, ma \u00e8 cos\u00ec. In realt\u00e0 ha un senso: la liquidit\u00e0 ha un costo<\/strong>, e non rende, anzi. I soldi sul conto corrente (troppi, 1400 miliardi) sono improduttivi. E rappresentano un costo inefficiente.<\/p>\n

E’ molto meglio allocare il proprio denaro con strumenti di medio, od anche breve termine, ma in maniera diversificata<\/strong>. Il rendimento non \u00e8 dato solo dal titolo di stato, o da uno strumento principe all’interno del portafoglio. Il rendimento \u00e8 dato dalla diversificazione.<\/p>\n

Negli scorsi giorni, paradossalmente (ma mica tanto) \u00e8 stato emesso un bond centenario, vero?<\/h2>\n

L’ha fatto lo stato austriaco. Investimenti come questo si chiamano Matusalem Bond<\/strong>. Viene premiato al 2,1%. Lordo, chiaramente, e dopo 100 anni. Fate vobis…<\/p>\n

Non solo. Come paragone, il 2,1% \u00e8 la stessa cedola dei Treasuries americani, ma a “soli” 10 anni, non certo a 100. Questo vuol dire che non conviene pi\u00f9 chiedere questo tipo di investimento. Perch\u00e9? A parte quanto gi\u00e0 detto, l’emittente tende ad andare al di l\u00e0, nel corso del tempo e del debito, per abbattere il proprio profilo di rischio<\/strong>. Tanto i tassi rimarranno bassissimi a lungo.<\/p>\n

Bisogna rivedere totalmente quella che una volta era la divisione tra azioni ed obbligazioni. La loro storica diversificazione<\/strong> ed anticorrelazione<\/strong> non c’\u00e8 pi\u00f9. Bisogna diversificare s\u00ec, ma all’interno dei singoli comparti, non \u00a0per diverse asset class. Ed il rendimento deve essere comunque idoneo alle nostre esigenze. Ci vuole quindi una pianificazione adeguata. Il vero rischio, infatti, \u00e8 di pagare (noi) perch\u00e9 qualcuno detenga il nostro denaro, senza che (esso) ci dia niente in cambio.<\/p>\n

In questo mondo dove l’educazione finanziaria sta avendo sempre pi\u00f9 peso, stanno per fortuna uscendo analisi che confermano che qualcosa stia cambiando<\/h2>\n

I giovani sono pi\u00f9 preparati dei loro genitori dal punto di vista finanziario. Il dato emerge dall’indagine 2017 sul risparmio e sulle scelte finanziarie degli italiani del Centro Einaudi ed Intesa SanPaolo. Stando allo studio, il 65% degli intervistati ha consapevolezza dei tassi di interesse<\/strong>. Il 51% comprende correttamente l’inflazione<\/strong>; il 50% comprende cosa sia la diversificazione<\/strong>. A distinguersi per pi\u00f9 risposte corrette riguardo alla differenziazione del rischio nell’investire in Borsa, sono le persone tra 18 e 54 anni; queste rivelano una maggior conoscenza dei mercati finanziari.<\/p>\n

I millennials<\/strong> del nostro Paese, secondo Standard & Poor’s, raggiungono i livelli pi\u00f9 alti di educazione finanziaria rispetto al resto dei cittadini. Il grado di conoscenza diminuisce con l’et\u00e0. Il 47% delle persone tra 15 e 24 anni ha una buona cultura finanziaria. Si scende al 39% per le persone tra 35 e 54 anni, ed al 35% per quelle oltre i 55 anni di et\u00e0.<\/p>\n

Se guardiamo anche al resto del mondo, un adulto su tre possiede una efficace cultura finanziaria; sono 5 miliardi coloro che ancora non hanno una adeguata conoscenza della materia.<\/p>\n

I giovani pi\u00f9 preparati dei genitori fa ben sperare per il futuro…<\/h2>\n

Guardiamo il bicchiere mezzo pieno. Ma purtroppo sono quelli che non detengono il risparmio<\/strong>. La preparazione \u00e8 pi\u00f9 adeguata, ma fondamentalmente teorica. Gli adulti hanno pi\u00f9 esperienza, ma meno basi.<\/p>\n

Il tema vero \u00e8 che se si fa anche un piccolo percorso di alfabetizzazione finanziaria<\/strong>, questo porta risultati. Test di Bankitalia dicono che tra l’inizio e la fine di un corso di educazione finanziaria la percentuale di chi migliora davvero sale fino all’8%. Pu\u00f2 non sembrare molto, ma \u00e8 gi\u00e0 qualcosa. Approfondire le conoscenze finanziarie \u00e8 molto utile; certamente lo \u00e8 in teoria, ma poi aiuta ad affrontare la pratica.<\/p>\n

C’\u00e8 un’asimmetria molto forte di comprensione delle questioni finanziarie tra giovani e persone avanti con l’et\u00e0, comunque…<\/h2>\n

A scuola i ragazzi effettuano una matematica<\/strong> che li aiuta quando si parla di interessi composti e questioni correlate. Gli adulti, invece, hanno pi\u00f9 dimestichezza con la gestione dei rischi<\/strong> della vita quotidiana. Per questo hanno pi\u00f9 dimestichezza con la diversificazione che con i tassi di interesse.<\/p>\n

Bisogna far circolare le idee, e far confrontare giovani ed adulti in merito alla gestione del risparmio. Gioverebbe a tutti.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

Tassi bassi ancora a lungo: bisogna imparare ad allocare i propri risparmi. La liquidit\u00e0 \u00e8 un costo e il rendimento non \u00e8 pi\u00f9 nei titoli di stato ma nella sapiente diversificazione del patrimonio. Ospite Marco lo Conte, giornalista de \u201cIl Sole 24 Ore\u201d.<\/p>\n

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