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{"id":23606,"date":"2016-12-15T00:00:00","date_gmt":"2016-12-14T23:00:00","guid":{"rendered":"https:\/\/www.dadamoney.com\/strategia-di-investimento-dicembre-2016\/"},"modified":"2020-01-02T13:07:22","modified_gmt":"2020-01-02T12:07:22","slug":"strategia-di-investimento-dicembre-2016","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.dadamoney.com\/?p=23606","title":{"rendered":"Strategia di investimento Dicembre 2016 di GAM Italia"},"content":{"rendered":"

Strategia di investimento Dicembre 2016 di GAM Italia<\/h2>\n

Carlo Benetti<\/a><\/strong>, Head of Market Research and Business Innovation di GAM (Italia) SGR<\/a><\/strong>, analizza il quadro economico e politico globale offrendo una interessante strategia di investimento.<\/p>\n

Banche centrali ancora efficaci?<\/h2>\n

Nonostante una modesta flessione nelle paghe orarie, a novembre negli Stati uniti sono stati creati 178.000 nuovi posti di lavoro. Il tasso di disoccupazione \u00e8 sceso a 4,6%, il minimo degli ultimi 9 anni. L’indice ISM \u00e8 salito a 53,2, quello dei servizi a 57,2 da 54,8 o di ottobre. E’ il massimo dell’ultimo anno. L’intervento della FED\u00a0a dicembre \u00e8 definitivamente nelle carte (poi avvenuto). L’espansione fiscale promessa da Trump ha accelerato l’inversione delle curve che si \u00e8 verificata a luglio.\u00a0I\u00a0mercati hanno cominciato a scontare i limiti dell’efficacia delle politiche monetarie espansive. Questo dovrebbe rendere pi\u00f9 facile il lavoro della FED.<\/p>\n

Passaggi<\/h2>\n

Il 2017 potrebbe segnare il punto di passaggio dall’espansionismo monetario a quello fiscale. Se per\u00f2 l’espansionismo fiscale dovesse far accelerare l’economia americana ulteriormente, la FED dovr\u00e0 probabilmente muoversi con maggiore aggressivit\u00e0 nel adeguare i tassi a breve. E i prezzi non hanno ancora pienamente scontato questa possibilit\u00e0. I mercati erano impreparati all’affermazione di Trump. Le allocazioni obbligazionarie sono impreparate alla brusca inversione dei rendimenti alla quale stiamo assistendo. In novembre si \u00e8 verificato una formidabile correzione. Il Treasury a 10 anni rende oggi un intero punto percentuale sopra i livelli di pochi mesi fa. La nostra progressiva diminuzione del rischio di tasso nei mesi scorsi tiene conto dei raggiunti limiti di efficacia delle politiche monetarie e dell’inversione dei rendimenti. Il dollaro americano continuer\u00e0 ad apprezzarsi finch\u00e8 la FED o lo stesso Trump faranno qualche dichiarazione a difesa delle esportazioni americane.<\/p>\n

Quanto pesa il rischio politico?<\/h2>\n

Beh, la cifra del 2016 \u00e8 stata la sorpresa. Sono stati rovesciati assetti politici storici. Buttate nel cestino previsioni ritenute robustissime. In settembre il Financial Times definiva Brexit siccome l’evento politico pi\u00f9 dirompente dell’anno, fino a quel momento. Ed elencava le possibili ulteriori sorprese. La vittoria di Trump, il governo italiano battuto nel referendum, l’affermazione di Marine Le Pen alle presidenziali francesi. Un partito anti immigrazione e anti euro come maggiore forza di opposizione in Germania. Due eventi di questo elenco si sono gi\u00e0 verificati. A gennaio Trump diventer\u00e0 il 45esimo presidente degli Stati Uniti. Il giudizio negativo degli italiani sulla riforma costituzionale ha aperto la crisi di governo. Per quanto riguarda l’italia, escludere il verificarsi delle sette piaghe d’egitto non significa minimizzare le possibili conseguenze, almeno di breve termine sull’anello pi\u00f9 debole dell’economia europea. E nonostante i mercati abbiano scontato nelle settimane precedenti il voto l’affermazione del no.<\/p>\n

Quadro controverso<\/h2>\n

E’ un quadro controverso perch\u00e8 da una parte l’attenzione al debito e al sistema bancario (non dimentichiamo che sono aperti dossier importanti) si scarica su cambio, differenziale di rendimento, volatilit\u00e0. Ma dall’altra abbiamo l’economia europea in cui vendite al dettaglio oggi ottobre, il PMI di novembre confermano una accelerazione dell’attivit\u00e0 economica nell’ultimo trimestre dell’anno. Il rischio politico continuer\u00e0 ad accompagnarci nel corso del 2017. Senza caricare di significati eccessivi il risultato referendario. il prossimo appuntamento con le presidenziali in Francia, per\u00f2 \u00e8 difficile re non convenire con la banca centrale europea che denuncia una eccessiva disinvoltura che gli investitori dimostrano verso l’incertezza apolitica probabilmente sottovalutata.<\/p>\n

I portafogli di fine anno<\/h2>\n

A fronte dell’incertezza di cosa far\u00e0 la FED nel corso del 2017 (non dimentichiamo le previsioni di 4 aumenti nel corso di quest’anno formulate nel dicembre gennaio scorsi), gli investitori obbligazionari hanno due possibili vie di uscita. Da una parte ampliare la diversificazione con fonti di rischio alternative gestite attivamente, con il tasso variabile, con strumenti legati all’inflazione, o con le cartolarizzazioni ipotecarie. Un segmento molto liquido negli Stati Uniti. Dall’altra, se l’orizzonte dell’investimento \u00e8 superiore alla scadenza dei titoli, si potranno reinvestire le cedole a tassi via via pi\u00f9 alti. In questo caso sono necessari tempo e disciplina. Ma il reinvestimento costante attenua il dolore delle minusvalenze di breve termine con guadagni proiettati nel pi\u00f9 lungo termine. Pi\u00f9 pronunciata degli Stati Uniti, nel corso del 2016 l’attivit\u00e0 economica si \u00e8 ripresentata un po’ ovunque, in Europa e nelle aree emergenti.<\/p>\n

Strategia<\/h2>\n

Quale strategia? Al netto delle rischio politico, lo scenario economico giustifica un atteggiamento positivo verso le obbligazioni societarie delle economie avanzate, dei governativi emergenti, verso il momentum favorevole alle azioni sostenute dai dati macro e dalle promesse le politiche espansive negli stati uniti. In termini regionali, guardiamo con favore all’Asia. In termini settoriali ai titoli dell’IT, health care e ciclici. Per quanto riguarda la parte valutaria, ovviamente le preferenze al dollaro americano. Ma anche al dollaro canadese, a quello australiano, alla corona norvegese, a quella svedese. I mercati, dopo essersi scottati con Brexit e Trump, non vorranno rischiare ancora. Il vento populista continuer\u00e0 a soffiare. Le scommesse direzionali per questo motivo restano altamente pericolose.<\/p>\n

Conclusioni<\/h2>\n

Quindi con un occhio al rischio politico, si pu\u00f2 comunque confidare con cautela che i prossimi mesi costituiscano un punto di svolta anche per l’economia globale. Che la ripresa cio\u00e8, dell’attivit\u00e0 economica, abbia ragione delle forze della deflazione e magari ci auguriamo parleremo un po’ meno dei rischi di stagnazione secolare.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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