L’Europa a pezzi, letteralmente. Questa la tesi dell’ISPI – Istituto per gli studi di politica internazione – che, per spiegarlo usa una gif.<\/p>\n
Un sintomo evidente di questo sgretolamento sono i continui summit ai quali partecipano solo alcuni “pezzi” d’Europa, ovvero un numero ristretto di paesi. Guardare la gif, \u00e8 piuttosto espicatica: Europa a pezzi<\/a>. Ad esempio c’\u00e8 il gruppo di Visegr\u00e1d<\/strong>, composto\u00a0Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria. Costituitosi prima dell\u2019ingresso in UE, il gruppo aveva tra gli obiettivi principali quello di sostenersi nel percorso di adesione. Oggi, paradossalmente, riunisce i governi pi\u00f9 euroscettici.<\/p>\n Poi, lo ricorderete, in casa abbiamo avuto il\u00a0vertice di Ventotene<\/strong> (con Italia, Francia e Germania) e poi il vertice di Atene<\/strong>\u00a0a cui hanno partecipato i paesi del sud Europa a favore di politiche fiscali pro-crescita e contro il\u00a0rigore tedesco.<\/p>\n Queste gruppi e gruppetti\u00a0bloccano la strada a un vero lavoro coordinato. A titolo d’esempio tra il 2015 e il 2016 – dice l’ISPI – in Europa ci sono stati\u00a0oltre 25 summit con tema “gestione dell’immigrazione”. Tutte le mediazioni proposte della Commissione sono state respinte. <\/span><\/p>\n