Nuove iniquità anche a carico delle donne (del tutto trascurate in questa legge di bilancio). Paola Profeta spiega cosa ci sia che non vada in questa legge.
Punti nodali
Occupazione femminile una delle tante emergenze del Paese;
Occupazione femminile tra 25 e 64 anni ancora dl di sotto del 50%; il valore scende al 30% nel Sud Italia; peggio di noi solo Grecia e Malta;
Questi dati negativi costano molto all’Italia, anche in termini di mancanza di PIL (cosa sottolineata di recente dal FMI);
Per la parità di genere nel mondo del lavoro in Italia si fa poco;
Le differenze tra uomini e donne, nel mondo del lavoro italiano hanno radici culturali profonde, risalenti alla famiglia ed alla cultura della nostra società;
Una misura che manca, ad esempio, è il congedo per paternità (retribuito ed incedibile alla moglie), che è ben diverso dal congedo parentale, che può essere usufruito da uno dei due genitori, a stipendio ridotto;
Ad oggi ci sono 4 giorni per i padri, e non è sicuro che questa cosa rimanga nella legge di bilancio definitiva: al momento, non sono stati confermati;
Molto importante, invece, mantenerla, anche perché gran parte dei divari osservati sul lavoro nascono nella famiglia, dove le donne si sobbarcano la quasi totalità del lavoro domestico;
Questo fatto è disincentiva all’assunzione di donne, che già devono prendersi carico della casa;
Circa il 67% del lavoro familiare è svolto dalle donne, in Italia (dati Istat);
Il congedo di paternità inviterebbe alla condivisione del ruolo familiare ed alla cura dei figli, quindi sarebbe molto importante;
Per quanto concerne le pensioni, solo 1 lavoratore su 10 che potrà usufruire della quota 100 è una donna;
Non c’è un piano strutturale per affrontare l’emergenza del lavoro femminile in Italia; si rischia addirittura un passo indietro;