Oltre il 75% dello sfruttamento si verifica presso i subfornitori delle grandi aziende. Il network internazionale ICCR ha redatto una guida per imprese e investitori contro il reclutamento irregolare dei migranti. L’obiettivo? Aiutarle ad adottare politiche e comportamenti corretti in fase di selezione del personale, specialmente lungo la catena di fornitura.
I principali riferimenti internazionali sono la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani del 1948 e i Principi Guida ONU su Imprese e Diritti Umani del 2011. Gli strumenti a disposizione delle aziende per evitare irregolarità sono molteplici. Ad esempio, la selezione e il monitoraggio dei fornitori o l’assunzione diretta del personale, la redazione di policy di reclutamento, e la collaborazione con le ONG impegnate nella difesa dei diritti umani.
]]>È una notizia importante, perché questi minerali sono estratti illegalmente e venduti per alimentare le rivolte armate. Etica SGR ne ha fatto l’argomento della nuova video news.
Si tratta in particolare di tungsteno, stagno, tantalio e oro provenienti da paesi come il Congo. Minerali importantissimi per produrre dispositivi ad alta tecnologia, dall’automotive all’elettronica. La nuova norma dovrebbe permettere di soddisfare in modo sostenibile quasi il totale delle importazioni Ue. I controlli sugli importatori sono definiti sulla base delle linee guida internazionali dell’OCSE. Riguardano le fonti d’importazione e comprendono anche processi quali l’estrazione e la raffinazione.
Per l’entrata in vigore del testo c’è però da aspettare il 2021. In questi quattro anni, le aziende importatrici europee dovranno adeguare la propria struttura alla normativa. Dovranno realizzare accurati controlli sui propri fornitori e riferire alle istituzioni di controllo le proprie fonti di approvvigionamento, garantendo che non ci sia alcun legame coi gruppi armati, ma anche che l’estrazione avvenga nel rispetto dei diritti umani.
]]>Per il secondo anno consecutivo, i coralli hanno perso il loro colore. Il surriscaldamento delle acque spinge i coralli a espellere le alghe che vivono nei loro tessuti e forniscono ossigeno e nutrienti. Se le temperature non torneranno alla normalità entro 6-8 settimane, i coralli potrebbero morire. A denunciarlo è Greenpeace Australia, che ha diffuso alcuni tragiche foto scattate dal biologo marino Brett Mornoe Garner. Nelle immagini, quasi il 100% dei coralli è soggetto a sbiancamento. “Quello che stiamo vedendo è senza precedenti”, ha dichiarato Garner. “Chissà quanti dei coralli sbiancati riusciranno a riprendersi”.
Nel 2016 questo fenomeno aveva portato alla morte il 22% dei coralli della costa del Queensland. Secondo le autorità del Parco marino della Grande barriera corallina, è troppo presto per sapere se lo sbaincamento di quest’anno è della stessa intensità o anche più grave di quello del 2016, ma “ciò che è importante è che il clima sta cambiando e sta causando una frequenza maggiore di eventi estremi nelle Grande barriera corallina”.
La barriera ha perso circa metà della sua copertura di corallo negli ultimi trenta anni. Alla lunga lo sbiancamento porterà all’estinzione dei coralli. Un fenomeno con drammatiche conseguenze per tutto l’ecosistema, uno dei più ricchi del pianeta. Ecco perché Greenpeace Australia ha lanciato un appello ai governi: “possiamo interrompere la distruzione della barriera se riduciamo drasticamente le emissioni globali”.
]]>Nel modello economico tradizionale, anche detto lineare, i prodotti sono buttati alla fine del loro ciclo di vita, generando enormi quantità di rifiuti. L’economia circolare si contrappone a questa logica usa e getta. Come? Incentivando un circolo virtuoso di produzione e consumo responsabili. È un sistema economico più sostenibile per l’ambiente, basato su tre principi: riduzione degli sprechi, riuso e riciclo.
È un modello complesso da attuare, che comporta un ripensamento dei cicli produttivi. Londra ci sta provando con un piano di tre anni in cui ha investito 58 milioni di euro. Tra gli obiettivi principali, il riciclo dei rifiuti, che dovrà raggiungere il 65% entro il 2030. E creare 40mila posti di lavoro, nello stesso orizzonte temporale.
Nei progetti dei promotori, entro il 2050 la capitale del Regno Unito dovrebbe diventare una città zero-carbon. Anche l’Italia sta muovendo i primi passi per incentivare questo nuovo tipo di economia a basso impatto ambientale. Un esempio? La recente iniziativa #Circulareconomy made in Italy organizzata da Legambiente al Parlamento europeo per presentare ben 107 eccellenze nazionali. Aziende, associazioni e comuni che hanno investito nell’economia circolare, proiettandosi in un futuro di sostenibilità.
]]>La ricerca è stata elaborata a seguito del’introduzione delle nuove regole sulla trasparenza bancaria. Dal 2015, la normativa obbliga le banche dell’UE a comunicare dove producono i propri profitti.
L’indagine ha preso in esame 20 principali banche europee, rivelando che:
Quello dei paradisi fiscali è un mondo opaco. In Europa soltanto un settore è tenuto alla rendicontazione pubblica Paese per Paese dei propri profitti e delle imposte versate: il settore bancario. Tale obbligo deriva dalle normative introdotte a seguito della crisi finanziaria; a partire dal 2015, tutte le banche con sede nell’Unione Europea sono obbligate a rendere noto il proprio operato a livello mondiale. Questo nel quadro dei meccanismi di conformità concordati per migliorare la trasparenza e la responsabilità.
Il rapporto presentato da Oxfam è il risultato di una ricerca che, per la prima volta, usa in maniera analitica i nuovi dati sulla trasparenza per illustrare le modalità e l’entità del ricorso ai paradisi fiscali da parte delle 20 più grandi banche dell’Unione Europea.
Ormai da molto tempo i colossi globali, tra cui le banche multinazionali, sono impegnati in trasferimenti artificiali dei propri profitti da Paesi a media-alta fiscalità verso Paesi che applicano aliquote societarie molto basse o addirittura pari a zero. Questo raggiro contabile, sfruttato per evitare di pagare le imposte, è alquanto diffuso; ne sono prova quelle imprese che registrano bassissimi profitti, o persino perdite, nei Paesi con una più congrua imposizione fiscale d’impresa.
Chi fosse interessato può leggere il report, nella sua interezza ed in italiano, a questo link: Operazione forzieri aperti.
]]>Con 93,11 punti su cento, l’Italia svetta su altre nazioni note per la longevità. La seguono sul podio Islanda e Svizzera, e poi Singapore Australia. Le variabili in esame sono molteplici: aspettativa di vita, cause di morte, rischi per la salute come pressione alta, consumo di tabacco, disponibilità di acqua pulita e rischio di malnutrizione.
Un bambino nato in Italia ha un’aspettativa di vita di circa 80 anni, contro i 52 della Sierra Leone, all’ultimo posto. E poi c’è anche la qualità della vita. Gli Stati Uniti, ad esempio, sono solo al 34esimo posto. E neppure Canada e Regno Unito fanno meglio. La colpa è del sovrappeso, del colesterolo in eccesso e dei disturbi neurologici.
I nostri assi nella manica? L’alto numero di medici e soprattutto l’alimentazione. In effetti la dieta mediterranea è stata riconosciuta Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità dall’UNESCO. Un modello alimentare sano ed equilibrato fondato prevalentemente sul consumo di verdure e olio extravergine d’oliva. Bloomberg cita a questo proposito Adam Drewnowski, direttore del Center for Public Health Nutrition dell’Università di Washington, secondo il quale è fondamentale che i consumatori possano accedere a prodotti freschi come frutta e pesce.
Quanto al primo punto, Bloomberg cita Tom Kenyon, medico e amministratore delegato dell’organizzazione mondiale Project Hope. Che trae una conclusione ironica: “Non è un caso se una delle serie televisive più durature e seguite è chiamata Un medico in famiglia.”
]]>Giornata mondiale dell’acqua. Quanto è importante l’acqua per il nostro pianeta? La risposta è semplice: l’acqua è essenziale!
Per questo motivo, nel 1993 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha indetto la Giornata mondiale dell’acqua (World Water Day), che cade ogni anno il 22 marzo. La giornata diventa l’occasione per realizzare iniziative concrete e accrescere la consapevolezza dell’importanza di un bene vitale.
L’obiettivo è sensibilizzare l’attenzione del pubblico sull’importanza di un bene che non deve essere dato per scontato, soprattutto perché è scarso e non accessibile a tutta la popolazione mondiale.
I numeri parlano chiaro e questa terza video news realizzata per Etica Sgr, per l’occasione del 22 marzo 2017, affronta l’argomento in modo sintetico e chiaro.
Ogni anno, la giornata affronta un tema specifico legato al tema dell’acqua. Quest’anno l’attenzione è rivolta alla gestione delle acque reflue, ossia di tutte le acque non più utilizzabili perché contaminate dall’azione dell’uomo, che le ha rese pericolose per la salute e l’ambiente.
La priorità è di ridurre, depurare e riutilizzare le acque, secondo il piano di sviluppo sostenibile lanciato dall’ONU nel 2015. Si tratta di una necessità che muove da un dato importante secondo cui oggi l’80% delle acque reflue del Pianeta entra nell’ecosistema senza essere trattato o riutilizzato. A livello mondiale bisogna operare per ridurre questo numero, che è estremamente elevato!
Un’altra informazione importante e drammatica riguarda l’accesso all’acqua potabile, che non è garantito a tutti.
Sono oltre 663 milioni le persone nel mondo che non hanno questa possibilità. A ciò si aggiunge il numero, altrettanto rilevante, di 1,8 miliardi di persone che usano una fonte di acqua potabile contaminata.
Questi dati hanno spinto l’ONU a porsi l’obiettivo di garantire a tutti l’accesso all’acqua potabile entro il 2030, affinché questo bene vitale diventi un diritto e non rimanga un privilegio. In particolare modo l’attenzione è rivolta a Oceania, Africa subsahariana, Caucaso e Asia centrale, in quanto aree al mondo più colpite da questo problema.
Sono diverse le iniziative che possiamo sostenere per ridurre questi numeri, il primo di tutti quello di ridurre lo spreco, quindi le acque reflue.
]]>I ricercatori hanno mappato una ventina metropoli sparse per il mondo e stilato la classifica delle città più verdi. È questo il tema della seconda video news di Etica Sgr.
Per censire tutti gli alberi e le piante presenti in una città, Treepedia si serve di un algoritmo che rielabora le istantanee di Google Street View. Il Senseable City Lab, guidato dall’italiano Carlo Ratti, ha elaborato un parametro chiamato Green View Index (GVI), che misura la percezione visiva del verde. Sul sito del software è possibile visualizzare le mappe delle città prese in esame e zoomare. Le aree più virtuose sono identificate dai puntini verdi mentre il marrone è il colore dei quartieri in cui intervenire. Le zone nere sono quelle ancora da analizzare.
Dallo studio è emerso che Singapore è la metropoli con il più alto tasso di verde urbano al mondo: il suo GVI è pari al 29,3%. Seguono Sydney e Vancouver a pari merito, con un indice del 25,9%. Subito fuori dal podio si classificano l’americana Sacramento, in cui il verde urbano raggiunge un tasso del 23,6%, e l’europea Francoforte, col 21,5%.
E l’Italia, vi chiederete? Arriva solo tredicesima, con Torino (16,2%). È l’unica nostra presenza in classifica. In coda, New York, Londra e Parigi. Città critiche da gestire, specialmente le prime due, a causa della loro ampiezza. L’istituto di ricerca americano non vuole certo puntare il dito contro le meno virtuose. L’idea è incoraggiare politiche di rinfoltimento per rendere più omogenea la distribuzione del verde urbano tra i quartieri. Auspicabilmente, e questo è l’obiettivo a lungo termine, coinvolgendo i cittadini per raccogliere dati più precisi. Da sviluppare con foto e informazioni su ogni albero e pianta. Insomma, fare di Treepedia una piattaforma “social”.
La Norvegia ha sviluppato un’altra soluzione all’inquinamento atmosferico: se ne parla nella prima video news di Etica Sgr.
]]>Bicicletta elettrica con cargo, la nuova soluzione di Oslo all’inquinamento atmosferico. Ai primi mille cittadini che ne faranno richiesta, la capitale norvegese darà 1.200 euro per l’acquisto di una cargo bike. È questo il tema della video news per Facebook che Etica Sgr ha realizzato.
Prima Autoplay, poi Facebook Live e i video a 360°. Il social network di Mark Zuckerberg sta puntando tutto sul video. Con un approccio rigorosamente mobile first. E le video news spopolano nei nostri feed. Il World Economic Forum ad esempio ne pubblica fino a 4 al giorno.
Video brevi, in formato quadrato, che riassumono in poche frasi un contenuto fresco e curioso. La media di visualizzazioni, per le video news del WEF, è di 8 milioni di persone. Numeri da WEF, certo, ma comunque indicativi di un trend. Anche a voi sarà capitato di guardare questi brevi video sul tram o in fila alla posta.
Nella video news, la società di gestione del risparmio di Banca Popolare Etica, nota per la promozione di fondi di investimento socialmente responsabili, punta i riflettori su Oslo. Da sempre attenta ai temi ambientali, la municipalità norvegese ha lanciato l’1 febbraio scorso una nuova iniziativa ecologista con risonanza internazionale.
I primi mille cittadini che ne faranno richiesta riceveranno 1.200 euro per acquistare una bicicletta elettrica con cargo. Il costo di questi mezzi di trasporto è più alto e oscilla tra i 2.500 e i 6.400 euro. Ma l’incentivo è importante. La scelta delle cargo bike non è casuale: dotate di un ampio carrellino, sono perfette per trasportare le borse della spesa e accompagnare i figli a scuola. Il progetto è in fase di sperimentazione e per ora il governo norvegese ha stanziato in tutto 1 milione e 200mila euro. L’obiettivo è disincentivare l’uso dell’automobile, e rendere l’aria più pulita.
L’iniziativa delle biciclette elettriche con cargo, che per ora coinvolge solo 1.000 degli oltre 600mila residenti di Oslo, s’iscrive in un progetto più ampio del governo del paese scandinavo. Negli ultimi anni sono stati investiti circa 900 milioni di euro per dotare il paese di un circuito di piste ciclabili urbane ed extraurbane. Già nel 2013 le automobili elettriche avevano superato quelle diesel e a benzina.
Lo scopo? Far sì che nel 2020 le emissioni dei gas a effetto serra siano la metà dei livelli registrati nel 1990. Un progetto tanto pionieristico quanto necessario, che trasformerà il paese dei fiordi, e Oslo in testa, in un enorme parcheggio di biciclette elettriche. Come quelle del video di Etica Sgr.
]]>