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robot – DaDaMoney https://www.dadamoney.com Un aggregatore di contenuti finanziari in formato video rivolto a risparmiatori, banker, promotori, consulenti finanziari e curiosi di finanza. Tue, 22 Dec 2020 14:26:45 +0000 it-IT hourly 1 https://www.dadamoney.com/wp-content/uploads/cropped-dadamoney_logo-32x32.png robot – DaDaMoney https://www.dadamoney.com 32 32 Costruire in modo più veloce e sicuro: un robot potrebbe rivoluzionare l’edilizia | Euronews https://www.dadamoney.com/?p=34807 Tue, 22 Dec 2020 14:26:44 +0000 https://www.dadamoney.com/?p=34807
Nei pressi di Toledo, in Spagna, i ricercatori stanno testando un robot basato su un sistema di cavi che gli consente di ruotare e muoversi in tutte le direzioni lungo la facciata degli edifici in costruzione
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In che modo un robot può contribuire a migliorare la competitività del settore edile europeo? Per capirlo i ricercatori europei hanno sviluppato e stanno attualmente testando il prototipo di una di una piattaforma robotica nei pressi diToledo, in Spagna.

Un’iniziativa parte del progetto europeo Hephaestus, che esplora l’uso di robot e sistemi autonomi nell’edilizia, un campo in cui l’incidenza di queste tecnologie è al momento minima o inesistente.

Un sistema preciso e sicuro

Un sistema di otto cavi permette al robot di ruotare e muoversi in tutte le direzioni lungo i 100 metri quadrati della facciata di un edificio di tre piani. Il sistema può sollevare una piattaforma di carico con strumenti e ventose che permettono di fissare, installare o mantenere pesanti facciate continue in vetro.

La piattaforma robotizzata è stata progettata per prelevare e posizionare circa una tonnellata di materiale in grandi superfici di costruzione con precisione millimetrica.

“I cantieri non sono ambienti strutturati. Le misure sono a volte imprecise o inesistenti – dice Kepa Iturralde, uno degli ingegneri che supervisione il progetto -. Gli edifici a volte hanno le misure che si pensa dovrebbero avere. Ecco perché è molto importante sapere dove si trova ciascuno degli elementi. Utilizziamo delle telecamere per conoscere l’esatta posizione delle facciate continue prima che il robot venga azionato, e anche strumenti di geo-localizzazione per misurare la posizione di ciascuno degli elementi”.

Attività di costruzione in Europa
Attività di costruzione in Europa

Il sistema può essere personalizzato a seconda delle dimensioni della facciata su cui si deve lavorare. Superfici più grandi necessitano di cavi più lunghi e modelli diversi. Per gli scienziati di questo progetto di ricerca europeo la sfida principale è quella di ottenere la giusta tensione dei cavi.

“Da questo parametro dipende la dimensione del resto dei componenti della piattaforma – sottolinea Mariola Rodriguez Mijangos, un altro ingegnere impegnato nel progetto -. Il costo dell’intera installazione dipende da questo. Più grande è la tensione necessaria, più costosa sarà l’intera installazione. La nostra sfida principale è quella di capire qual è la tensione minima necessaria affinché il robot sia in grado di svolgere i suoi compiti”.

Tecnologia pronta tra 5-10 anni

Gli scienziati vedono grandi vantaggi nel sistema, tra cui rapidità e precisione nell’esecuzione dei compiti. Il robot permetterebbe non solo di installare facciate continue, pannelli solari o altre superfici di costruzione, ma potrebbe contribuire alla scansione, verniciatura, pulizia, sostituzione di elementi danneggiati o riparazione di crepe.

I robot sono in grado di eseguire i compiti in modo seriale, automatizzato, sempre con lo stesso schema. In questo modo è sufficiente installarlo una volta in maniera corretta: le volte successive basterà installarlo alla stessa maniera. In questo modo averemo un aumento notevole della qualità.

I ricercatori considerano questa tecnologia un utile passo avanti per aumentare la competitività del settore edile, il più grande datore di lavoro industriale dell’Unione europea: rappresenta circa il 9% del pil e impiega una forza lavoro di circa 18 milioni di persone.

Per un’impresa di costruzioni questo sistema presenta due vantaggi. Uno è l’effettiva riduzione dei tempi di installazione quando si costruiscono facciate continue: questo si traduce in un profitto per l’azienda. Il secondo è la riduzione, o la minimizzazione, dei rischi per la sicurezza. I compiti in quota sono eliminati, o ridotti al minimo, così ci sono molti meno rischi che i nostri lavoratori possano cadere dalle impalcature.

Stando ai ricercatori questa tecnologia potrebbe essere pronta per l’utilizzo nei cantieri nell’arco di 5-10 anni.

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La rivoluzione dei robot sta accadendo, che piaccia o no | WSJ https://www.dadamoney.com/?p=33358 Thu, 13 Aug 2020 08:52:11 +0000 https://www.dadamoney.com/?p=33358 Quasi tutte le aziende di ogni settore industriale sono alla ricerca di nuovi modi per ridurre al minimo il contatto umano, tagliare i costi e affrontare la crisi del lavoro in lavori ripetitivi e pericolosi. Il WSJ esplora il motivo per cui molti cercano i robot come soluzione per tutti e tre i settori.

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– (Narratore) Autoverifica, robot per la consegna di alimenti, linee di assemblaggio completamente automatizzate, i robot hanno invaso i posti di lavoro a guida umana per decenni. Ma ora i lavoratori autonomi sono più che mai accolti nelle aziende.

– Stiamo ricevendo macchine in generale, la capacità di percepire. Stiamo combinando questi sensi con nuove e migliori forme di intelligenza artificiale.

– Uno dei segni distintivi della crisi COVID e delle sue conseguenze. Ci sarà un’accelerazione del dispiegamento di ogni tipo di automazione.

– (Narratore) Allora cosa significa questo per il futuro del lavoratore americano? In un centro di spedizione FedEx a Memphis, nel Tennessee, significa lavorare con i raccoglitori robotizzati.

– FedEx sta usando questi bracci robotizzati combinati con un sistema di visione AI e di presa, al fine di sostituire uno per uno un umano che normalmente preleva i pacchi da un posto e li mette su un nastro trasportatore.

– (Narratore) Questa cosiddetta fase di prelievo è il lavoro più comune nelle aziende di e-commerce come Amazon. Ed è stato considerato uno dei lavori più difficili da automatizzare.

– È stato davvero il Santo Graal per gli ingegneri della robotica e gli specialisti dell’intelligenza artificiale, perché si scopre che la combinazione della nostra visione, della nostra flessibilità e della nostra destrezza è l’unica cosa che non si può davvero sostituire in un magazzino. Ma questi robot cominciano a invadere quel territorio.

– (Narratore) Lo sforzo di ridurre il contatto umano sul lavoro ha accelerato l’automazione anche in altri settori. I robot per il controllo della temperatura e i sensori per il rilevamento delle maschere sono gli aeroporti di polizia. I robot di pulizia stanno disinfettando le camere d’ospedale e le epidemie negli stabilimenti di lavorazione della carne hanno aziende che corrono per sviluppare macellai robot.

– I robot industriali sono in circolazione sin dalla fine degli anni ’50. Ma non riuscivano a vedere e non riuscivano a percepire il loro ambiente. Questo li rendeva molto pericolosi, molto forti, molto precisi, ma non avevano alcuna adattabilità. Potevano solo svolgere lo stesso compito più e più volte. Molti dei lavori più spettacolari che sono stati fatti negli ultimi cinque, dieci anni sono stati tutti in termini di sistemi di visione. Quando si dà ai robot la capacità di vedere, all’improvviso, se un oggetto non è nel posto che si aspettano, possono regolarsi, muoversi e afferrarlo proprio come facciamo noi.

– (Narratore) Questi robot combinano hardware come telecamere e sensori con una qualche forma di software di machine learning, come i sistemi di intelligenza artificiale che permettono l’autoguida parziale in un Tesla.

– E così, una volta che si dispone di un sistema che è addestrato a riconoscere certi oggetti o caratteristiche degli oggetti, allora può guardare molto coerentemente e molto rapidamente una scena e in tempo reale, dire come se quella fosse una persona, quella è una faccia, quello è chi vede questo è. Oppure questo è un pacchetto e questo è il modo in cui dovrei afferrarlo.

– (Narratore) Al momento, FedEx ha quattro robot raccoglitori. Ognuno è veloce la metà di un raccoglitore umano. Ma FedEx dice che diventeranno più veloci una volta che le lezioni apprese durante questa fase pilota saranno messe in pratica. La supervisione umana è ancora necessaria per aiutare con ostacoli sporadici come un pacco caduto che blocca un sensore. Ma FedEx dice che questi ostacoli sono abbastanza rari da permettere a un solo uomo di supervisionare contemporaneamente otto robot.

– E poiché questi robot possono lavorare 24 ore su 24, 7 giorni su 7, e sono coerenti, va bene che siano un po’ più lenti degli umani.

– (Narratore) Anche così, c’è una buona ragione per cui i lavoratori del magazzino di spedizione non dovrebbero sentirsi minacciati dai loro co-bot per il momento. La domanda di servizi di consegna a domicilio sta esplodendo in tutto il settore. Secondo UPS, in quest’ultimo trimestre il volume medio giornaliero delle spedizioni è aumentato più velocemente che mai. FedEx dice che non riesce ad assumere abbastanza velocemente ed è a corto di circa 500 posizioni umane a notte nello stesso hub di spedizione che ospita i suoi robot addetti alla raccolta.

– Amazon ha investito molto nelle tecnologie di automazione e ha persino acquistato aziende che effettuano l’automazione di un magazzino. Quindi questo è chiaramente il punto centrale. Non sembra che stia vincendo il numero di persone perché c’è una tale crescita della domanda.

– (Narratore) Mark Muro ha analizzato per decenni l’intersezione tra le economie regionali e la tecnologia. E mentre è d’accordo sul fatto che la domanda sta proteggendo per ora i posti di lavoro dell’industria dell’appagamento, avverte che tipi di lavoro simili in altri settori non sono altrettanto sicuri.

– Le persone che svolgono lavori di routine, non essenziali, sono state probabilmente licenziate ora, e probabilmente avrebbe ragione ad essere molto preoccupato di dove saranno assunte la prossima volta.

– (Narratore) E non solo a causa di posti di lavoro trasformati da una distanza sociale o di robot trasformati da un’intelligenza artificiale sofisticata. Ma anche perché sembra che siamo sull’orlo di una recessione globale.

– Le aziende sono alla ricerca di nuovi processi e di modi più economici per fornire beni e servizi. Quindi, in realtà, si impegnano a favore di una maggiore automazione non meno nelle fasi di recessione.

– Il solo fatto di dare a una macchina la capacità di non limitarsi a percepire il suo ambiente, ma di dare un senso a quelle informazioni in qualche modo per identificare dove si trova il mio obiettivo dà a tutti i tipi di robotica queste capacità di fare cose che prima erano davvero solo dominio degli esseri umani o forse degli animali.

– Nell’ultimo decennio, molte di queste tecnologie sono diventate pronte per la prima serata. E questa è la prima ora, quindi penso che vedremo un’automazione molto più accelerata.

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I robot, l’intelligenza artificiale, avranno diritti in futuro? | Big Think https://www.dadamoney.com/?p=30278 Sun, 15 Dec 2019 23:00:00 +0000 https://www.dadamoney.com/robot-intelligenza-artificiale-diritti/ Se alla fine sviluppiamo un’intelligenza artificiale abbastanza sofisticata per vivere emozioni come la gioia e la sofferenza, dovremmo concederle i diritti morali come qualsiasi altro essere senziente? Il filosofo teorico Peter Singer predice i problemi etici che potrebbero derivare dall’espandere il cerchio della preoccupazione morale per includere queste macchine.

Peter Singer è professore di Bioetica presso l’Università di Princeton nel Centro Universitario per i Valori Umani di Ira W. DeCamp e professore laureato presso l’Università di Melbourne, nella Scuola di Studi Storici e Filosofici. È ampiamente considerato uno dei filosofi viventi più influenti al mondo.

Se diventiamo capaci di sviluppare un’intelligenza generale artificiale ad un livello così alto che siamo convinti di aver effettivamente creato un essere cosciente, un essere che non solo può esprimere desideri o bisogni, ma sente qualcosa dentro di sé, ha esperienze, è capace di provare gioia o dolore o miseria… Se arriviamo a quel punto, e certamente non credo che non ci siamo ancora, ma un giorno potremmo arrivarci… Poi ci saranno molte questioni etiche perché, allora, avremo creato esseri come noi. E la questione deve essere sollevata… quindi, hanno diritti come noi? E vorrei dire, beh, perché no? Se sono davvero coscienti, e se sono anche capaci di pensare, capire se stessi… Se sono consapevoli del nostro modo di essere, allora penso che dovremmo dare ai loro interessi e ai loro desideri lo stesso peso che daremmo a ciascuno di noi.

Ho sostenuto che, nel corso della storia, abbiamo allargato il cerchio della preoccupazione morale da una tribù propria, a una razza nazionale, e ora a tutti gli esseri umani. E ho sostenuto la necessità di espanderci oltre gli esseri umani, a tutte le creature senzienti, tutti gli esseri capaci di provare dolore, godersi la vita, sentirsi infelici. E questo, ovviamente, include molti animali non umani. Se riusciamo a creare robot che sono anche capaci di provare dolore, allora sarà da qualche altra parte che dovremo spingere all’indietro il cerchio delle preoccupazioni morali, perché penso certamente che dovremmo includerli nella nostra preoccupazione morale, una volta che abbiamo effettivamente creato esseri con capacità, desideri, bisogni, godimenti, miserie che sono simili ai nostri.

L’esatta collocazione dei robot dipende dalle capacità che crediamo abbiano. Posso immaginare che potremmo creare robot che si limitano al livello di intelligenza degli animali non umani, forse non sono nemmeno gli animali non umani più intelligenti. Potrebbero ancora svolgere compiti di routine per noi. Potrebbero recuperarci le cose con il comando vocale. Non è difficile da immaginare. Ma non credo che sarebbe necessariamente un essere senziente, in quel caso. E così, se fosse solo un robot che abbiamo capito esattamente come stia funzionando, non è molto lontano da quello che abbiamo ora. Non credo che avrebbe diritto ad alcun diritto o status morale. Ma se fosse ad un livello superiore, se fossimo convinti che si trattasse di un essere cosciente, allora il tipo di status morale che avrebbe dipenderebbe esattamente da quale livello di coscienza e da quale livello di consapevolezza. È più simile a un maiale, per esempio. Ebbene, allora dovrebbe avere gli stessi diritti di un maiale che, tra l’altro, penso che stiamo violando ogni giorno su larga scala il modo in cui trattiamo i maiali negli allevamenti industriali. Quindi, non sto dicendo che un robot di questo tipo dovrebbe essere trattato come i maiali sono trattati nella nostra società di oggi.

Al contrario. Dovrebbe essere trattatati con rispetto per i loro desideri e la loro consapevolezza, e le loro capacità di provare dolore e la loro natura sociale. Tutte cose di cui dovremmo tenere conto quando siamo responsabili della vita dei maiali. Inoltre, dovremmo tenerne conto quando siamo responsabili della vita dei robot ad un livello simile. Ma se creassimo robot che fossero al nostro livello, allora penso che dovremmo dare loro gli stessi diritti che abbiamo. Non ci sarebbe alcuna giustificazione per dire…. ah sì, ma noi siamo una creatura biologica, e tu sei un robot. Non credo che questo non abbia nulla a che fare con lo status morale di un essere.

 

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Intelligenza artificiale. Ciò che chiunque deve sapere | LuissGuidoCarli https://www.dadamoney.com/?p=22411 Mon, 04 Feb 2019 23:00:00 +0000 https://www.dadamoney.com/intelligenza-artificiale-cio-che-chiunque-deve-sapere/ Nel giro di poco tempo l’intelligenza artificiale avrà, sulle nostre vite, un impatto pari a quello della rivoluzione industriale o della nascita del web. Ma cos’è l’intelligenza artificiale? E in che senso i computer possono pensare, provare emozioni e prendere decisioni? Che impatto avranno le nuove tecnologie su lavoro, società e diritto? È davvero possibile che le macchine si ribellino e prendano il sopravvento sugli uomini?

Jerry Kaplan, scienziato, imprenditore e innovatore seriale, è tra i pionieri della Silicon Valley. È Fellow del Center for Legal Informatics alla Stanford University e professore presso il dipartimento di Computer Science della stessa università. In questi brevi sei video, l’Autore si presta a fare da guida attraverso i tanti aspetti tecnologici, economici e sociali dell’intelligenza artificiale.

“Questo corso tratta di intelligenza artificiale, comunemente abbreviata IA. Dopo oltre cinquant’anni di ricerca, il campo dell’IA è a un passo dal trasformare il modo in cui viviamo, lavoriamo, socializziamo e persino la nostra considerazione circa il ruolo che occupiamo nell’universo.”

“Qui si intende offrire una breve introduzione alle più complesse tematiche sociali, legali ed economiche che la materia implica, e che molto probabilmente avranno forte impatto sulla società nei decenni a venire.”

“Piuttosto che concentrarmi sui dettagli tecnologici, cerco di fornire uno sguardo d’insieme sui temi di base e sulle diverse opinioni che vengono espresse in tutte le discussioni più importanti, come quella relativa alla questione se le macchine saranno mai più intelligenti degli esseri umani, se la legge dovrebbe garantire loro dei diritti, e come e quale impatto avrà sul mondo del lavoro e sulla disuguaglianza di reddito la nuova generazione di robot flessibili e capaci di apprendere. Sono tutte questioni controverse, e su ciascuna di esse esiste una vasta e vivace comunità di studiosi impegnata nel dibattito. Non si tenta nemmeno di fornire una sistematica rassegna della letteratura esistente, né di dedicare lo stesso spazio alla miriade di punti di vista differenti. Naturalmente, le opinioni non sono universalmente condivise.”

“Si fa uso dei progetti e delle applicazioni del momento per illuminare e dar vita alle discussioni, ma dal momento che il progresso nel campo dell’IA tende a essere oltremodo rapido, si evita di tentare una rassegna completa dello stato dell’arte – la qual cosa sarebbe inevitabilmente incompleta e diventerebbe presto datata.”

“si fornisce invece indicazioni di massima su alcuni dei pensatori e progetti più rilevanti, che si spera servano come “punto di ingresso” per coloro che sono interessati ad approfondire la questione. È possibile che teorici e professionisti del campo possano trovare, come conseguenza di ciò, la trattazione più informale di quelle che sono abituati a leggere nelle riviste e nei forum specialistici. Di questo, ci si scusa fin da ora.”

“Premesso ciò, iniziamo a riscaldarci rispondendo alla domanda seguente: perché dovreste seguire queste conferenze?
I recenti progressi fatti nella robotica, nella percezione e nel machine learning , supportati dai miglioramenti sempre più veloci della tecnologia informatica, hanno permesso la messa a punto di una nuova generazione di sistemi capaci di rivaleggiare con le capacità umane in determinati domini o in compiti specifici – o addirittura di superarle. Questi sistemi sono ben più autonomi di quanto le persone si accorgano. Sono in grado di imparare dalle loro stesse esperienze e intraprendere azioni neanche lontanamente contemplate dai loro progettisti. La frase di buon senso comunemente accettata secondo la quale “i computer fanno solo quello che sono programmati a fare” non è più vera.
I progressi nelle capacità intellettuali e fisiche delle macchine cambieranno il modo in cui viviamo, lavoriamo, giochiamo, cerchiamo un compagno, educhiamo i più piccoli e ci occupiamo degli anziani. Rivolteranno il mercato del lavoro, rimescoleranno il nostro ordine sociale e cambieranno i connotati delle nostre istituzioni pubbliche e private. Il punto non è se consideriamo queste macchine dotate di consapevolezza o meno, se le rispettiamo come nuove forme di vita o le riteniamo semplici elettrodomestici intelligenti. Il fatto è che, verosimilmente, esser giocheranno un ruolo sempre più critico e profondo in molti aspetti delle nostre vite.”

“L’emergere di sistemi capaci di pensieri e azioni indipendenti ci mette di fronte a domande serie: di chi dovrebbero fare gli interessi e quali limiti dovremmo mettere alla loro creazione e uso? Profonde questioni etiche che hanno fatto diventar matti i filosofi per generazioni verranno all’improvviso a bussarci alla porta. Una macchina può essere responsabile delle sue azioni? I sistemi intelligenti dovrebbero avere diritti e responsabilità individuali o dovrebbero piuttosto essere considerati semplici proprietà? Se un auto senza pilota investe e uccide un pedone chi è responsabile? Potrà il tuo robot personale fare la fila al posto tuo o essere obbligato a testimoniare contro di te? E se fosse possibile trasferire la tua mente in una macchina, quello saresti ancora tu? Le risposte potrebbero sorprendervi.
Non è semplice cimentarsi con questi problemi, perché l’attuale percezione pubblica si basa più sui blockbuster hollywoodiani che sulla realtà pratica. Dovremmo invece prendere come riferimento i rapporti che, nella storia, abbiamo avuto con schiavi, animali e organizzazioni, e anche i nostri punti di vista, soggetti a evoluzione, sul modo in cui trattiamo le donne, i bambini e i disabili.”

“Nei prossimi decenni, l’IA tenderà fino al limite massimo il nostro tessuto sociale. Se il futuro sarà un’era di benessere e libertà senza precedenti come in Star Trek , o se somiglierà piuttosto allo stato di guerra permanente tra umani e macchine di Terminator dipenderà in gran parte da quello che faremo noi.”

Passi di: Jerry Kaplan. “Intelligenza artificiale: Guida al futuro prossimo (Italian Edition)”.

Jerry Kaplan – Part 2 – Artificial Intelligence: what everybody needs to know

Jerry Kaplan – Part 3 – Artificial Intelligence: what everybody needs to know

Jerry Kaplan – Part 4 – Artificial Intelligence: what everybody needs to know

Jerry Kaplan – Part 5 – Artificial Intelligence: what everybody needs to know

Jerry Kaplan – Part 6 – Artificial Intelligence: what everybody needs to know

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Robot. Siamo pronti ad averli come nostri migliori amici? | Wall Street Journal https://www.dadamoney.com/?p=25782 Mon, 29 Oct 2018 23:00:00 +0000 https://www.dadamoney.com/robot-pronti-ad-averli-nostri-migliori-amici/ Abbiamo interagito e stiamo interagendo con i robot tramite i nostri telefoni e altoparlanti. Ora stanno iniziando a uscire dai nostri gadget e ad essere più coinvolti nelle nostre vite. David Pierce del WSJ guarda al modo in cui i robot cercheranno di entrare, che ci piaccia o no.

Punti nodali

  • Un giorno i robot cammineranno tra di noi; e sono decenni che immaginiamo come possano farlo, o che forma/e avranno quando accadrà;
  • E non si parla di robot industriali, ovviamente, né di quelle sciocchezze domestiche che puliscono la casa;
  • Si parla di quelli che infarciranno le nostre vite quotidiane, che lavoreranno con noi e per noi;
  • Potranno e potrebbero essere strani e divertenti come il robot di Corto Circuito, od uguali ed indistinguibili da noi, come quelli di Westworld;
  • I migliori robot, al momento, non hanno braccia e gambe, ma fanno parecchio. E si chiamano Alexa, Google Assistant e Siri;
  • E chiunque abbia visto Star Trek, ed un qualunque protagonista della saga parlare con il computer di bordo, sa dove stiamo andando. Ma non ci siamo ancora;
  • Ed un’altra cosa che i robot faranno, ma che non fanno ancora, è essere invadenti… come nel ricordarci di qualcosa che non ci ricordavamo o di cui, magari, non sentivamo neanche il bisogno;
  • Questo perché chi programma e realizza robot vuole entrare nelle nostre vite, piuttosto che aspettare che noi si abbia bisogno di un robot o dei suoi servizi;
  • Prodotti come Anki Vector e, soprattutto, cani robot come Aibo, il famoso prodotto della Sony, stanno alzando l’asticella su queste cose;
  • Aibo ci riconosce, scatta fotografie ed impara a fare cose, proprio come fanno i cani normali. E’ un cane… fornisce compagnia, come gli animali veri;
  • Ma, nell’accettarlo, permettiamo ad una macchina fotografica e ad un mucchio di sensori di vagare per le nostre case;
  • Possiamo spegnerli, il che è ovvio… ma, spesso, ci spiace farlo. Ed è proprio questa la cosa preoccupante;
  • Nel futuro i robot saranno ovunque, sempre accesi, sempre al lavoro, interagendo con noi, proprio come le persone vere;
  • Ma, se faranno realmente tutto questo, e saranno così invasivi, sarà bene preferire che siano efficaci ed utili che carini;
  • Ma, onestamente, il fatto che siano adorabili aiuta…
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Robot. Saranno il futuro di ogni mestiere? | Euronews https://www.dadamoney.com/?p=25421 Wed, 25 Jul 2018 22:00:00 +0000 https://www.dadamoney.com/robot-saranno-futuro-mestiere/ La rivoluzione tecnologica impatta la nostra vita lavorativa 3000 volte di più di quanto fece la rivoluzione industriale. Ma per il momento nulla può sostituire la creatività. Ci riusciranno i robot?

Al lavoro dalle 9 alle 5, una cosa del passato! Cos’è un impiego per tutta la vita? È così che la nostra vita lavorativa è cambiata negli ultimi anni con l’economia digitale e uno studio stima addirittura che stia cambiando 10 volte più velocemente con 3mila volte l’impatto della prima rivoluzione industriale.

I robot ci ruberanno tutto il lavoro?

Oggi i robot possono eliminare più di 5 milioni di posti di lavoro in 15 delle principali economie mondiali. In Europa, dovrebbero essere automatizzati da 4 a 6 posti su 10.

Con il rischio più alto per il sud Europa; 2 su 5 datori di lavoro dei Paesi del G-20 affermano di non poter trovare personale qualificato per i posti di lavoro che hanno e in Europa ciò potrebbe significare 825.000 posti vacanti nel 2020. L’evoluzione dell’automazione significa anche che potremmo presto fare 15-20 diversi lavori nella vita.

Maithreyi Seetharaman parte dal Bruxelles Economic Forum, dove il dibattito è sull’automazione, se porterà o no a una maggiore crescita della produttività. Ma la vera domanda che si pone è: le persone staranno meglio? Risponde Jeremy Rifkin.

Vedremo stagnare i salari o scenderanno ulteriormente come in Germania quando è stata introdotta l’automazione?

Jeremy Rifkin, presidente Foundation on Economic Trends: “Se hai una tecnologia, saprai praticamente se i ricavi saranno diretti verso l’alto o verso il basso, verso la gente comune; per esempio le infrastrutture della prima e della seconda rivoluzione industriale nel 19° e 20° secolo furono progettate in maniera verticale perché i benefici tornassero agli azionisti così abbiamo avuto grandi imprese globali sia in Unione sovietica sia in Europa, accadeva lo stesso. Ciò che è interessante della terza rivoluzione industriale è che progettata per essere diffusa e non centralizzata. Si può provare a controllarla e monopolizzarla, i governi possono provare a farlo, come già fanno, possono provare a controllare le grandi compagnie del web come Facebook, Twitter, Google, Amazon, ma se provi a controllarle perdi la produttività perché tu puoi chiuderle e non avrai mai l’influenza di tutti quanti impegnati insieme in rete”.

Ma le aziende pensano allo stesso modo?

Maithreyi Seetharaman ha chiesto a Uber se le imprese digitali inizieranno ad aumentare i salari dal basso, così da colmare le disuguaglianza?

Pierre-Dimitri Gore-Coty, Capo di EMEA, Uber: Non penso che Uber e app come Uber siano onestamente quelli che controllano i guadagni. Alla fine della giornata siamo una piattaforma e le persone sono libere di connettersi ad essa. Tuttavia, monitoriamo i guadagni molto rapidamente e sappiamo che questo è uno dei fattori per cui i conducenti, ad esempio, si preoccupano di più. Ciò significa che esiste una concorrenza abbastanza salutare tra diverse aziende e servizi tecnologici per renderli attraenti tanto quanto può esserlo per le persone iscriversi all’app.”

Ma non tutti sono d’accordo. Sharan Burrow, General Secretary, International Trade Union Confederation, dice:La digitalizzazione è semplicemente il tram del futuro … offre opportunità. Se guardiamo a cosa sta succedendo ora con la convergenza delle aziende fisiche con le grandi aziende digitali, ad esempio, c’è Amazon che sta acquistando aziende alimentari, servizi finanziari, servizi legali; è già un grande magazzino globale e sta diventando troppo grande da toccare. Tratta i suoi lavoratori come i robot e nessun regolamento cancella questo”.

Come facciamo ad assicurarci che in posti come l’Africa e l’Asia, le persone più povere non vengano lasciate indietro?

Winnie Byanyima, direttore esecutivo di Oxfam International:“La cosa più importante è che igoverni trovino il loro ruoloe utilizzino tutti i loro strumenti disponibili per sfruttare la tecnologia a vantaggio della maggioranza e non solo a vantaggio di pochi. Abbiamo bisogno che i governi investano in aree chiave dello sviluppo tecnologico come un modo per mantenere un certo controllo pubblico”.

Professor Robert Gordon, North Western University:“Ora abbiamo robot nel settore manifatturiero, abbiamo una graduale introduzione di robot nei magazzini, quasi non ne abbiamo ancora robot nella vendita al dettaglio, nel settore delle costruzioni, dei servizi pubblici, in sanità, nelle università; c’è un’enorme parte dell’economia in cui i robot non ci sono. Io faccio un gioco chiamato ‘trova un robot nella vita quotidiana’ e non li vedo mai nel negozio del quartiere, potete controllare anche voi; possono esserci delle casse automatiche ma alla fine quando ci sono degli esseri umani ci deve essere sempre qualcuno che controlli che nessuno rubi”.

Per i mestieri manuali e ripetitivi il futuro è dei robot; cosa deve cambiare per conservare un minimo di qualità della vita per tutti?

Negli ultimi dieci anni l’automazione in Europa ha creato un’impennata nei posti di lavoro nei settori scientifico, amministrativo e tecnico … Ma ha contribuito alla maggior perdita di posti di lavoro nell’edilizia e nell’agricoltura. In futuro, i lavoratori più a rischio di perdere il posto di lavoro sono quelli che svolgono attività di routine che i robot possono svolgere in modo più produttivo.

I robot non possono replicare lavori che richiedono creatività, esperienza o gestione delle persone. Qui si prevede un 8-9% di nuovi posti di lavoro entro il 2030 che oggi non esistono!

Cosa deve cambiare in termini di regolamentazione europea e modelli aziendali per creare posti di lavoro per il futuro?

Pierre-Dimitri Gore-Coty, capo EMEA, Uber: “Due importanti cambiamenti penso debbano prodursi per il futuro del lavoro. Da un lato la portabilità dei benefici sociali: dovremmo passare da un mondo in cui i benefici sono legati al datore di lavoro a un mondo in cui sono legati all’individuo. Ciò significa che se decido di guidare un po’ su Uber e fare qualcos’altro su un altra piattaforma e magari avere un lavoro part time, devo poi essere ancora in grado di accumulare tutti quei benefit e portarli con me se cambio rotta nella mia vita lavorativa; il secondo aspetto importante è l’apprendimento lungo tutto l’arco della vita per far sì che tutte quelle persone che, ad esempio, usano app come Uber, siano effettivamente preparate per i prossimi posti di lavoro ovunque ci porti la tecnologia”.

Kristo Käärmann, co-fondatore e CEO, Transferwise: “I ragazzi che vanno a scuola e all’università oggi dovrebbero assolutamente dedicarsi al campo scientifico, dovrebbero studiare programmazione, imparare come costruire i nuovi prodotti del futuro che automatizzano alcuni dei lavori che abbiamo oggi… non stiamo necessariamente creando un’enorme quantità di valore.”

Sharan Burrow, Segretario generale, Confederazione internazionale dei sindacati (CIS): “Ciò di cui abbiamo bisogno è in realtà un nuovo contratto sociale. Alcuni degli elementi del contratto sociale sono semplicemente stati diluiti e devono essere riaffermati: salario minimo di sussistenza o un prezzo equo del contratto, garanzie sociali di protezione e, naturalmente, il diritto di contrattare collettivamente. Stiamo creando una società che è tornata al passato. Voglio dire, nessuno vuole che i figli e i nipoti lavorino nelle condizioni della rivoluzione industriale ma in molti casi nelle nostre attuali catene di approvvigionamento, per i nuovi posti di lavoro nelle piattaforme digitali, questa è la realtà.”

Marco Buti, direttore generale, Affari economici e finanziari, Commissione europea: “Dipende molto dalle politiche che implementiamo per trasformarlo nel modo giusto. Devono essere predisposte politiche che consentano una transizione senza intoppi dal declino dei posti di lavoro alle opportunità in aumento. Penso che l’istruzione, la formazione, la riqualificazione, l’apprendimento permanente, la riforma dei mercati dei prodotti e dei servizi, non solo i mercati del lavoro, siano assolutamente fondamentali!”

Jeremy Rifkin, presidente Foundation on Economic Trends: “Le tecnologie non sono mai neutrali e le infrastrutture tecnologiche storicamente non sono neutrali ma hanno un prezzo. Questo ci porta a una nuova forma di globalizzazione G-LOCAL-ISATION … con queste nuove comunità infrastrutturali nelle città e nelle regioni ci si potrà impegnare virtualmente e fisicamente reciprocamente in tutto il mondo, tutto ciò di cui si ha bisogno è un cellulare.”

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Robot. Ci porteranno via il lavoro? Un approfondimento | CNBC International https://www.dadamoney.com/?p=24820 Mon, 26 Feb 2018 23:00:00 +0000 https://www.dadamoney.com/robot-ci-porteranno-via-lavoro/ Elon Musk dice che i robot saranno in grado di fare tutto meglio degli umani. Questo significa che la futura forza lavoro sarà interamente automatizzata? Cerca di spiegarlo Elizabeth Schulze della CNBC International.

I robot umanoidi sembrano, pensano ed agiscono come essere umani. Potrebbero un giorno lavorare al posto nostro, di tutti noi?

Nessuno può negare che i robot e l’automazione siano una parte sempre più integrante delle nostre vite. Guardate al supermercato, o sull’autostrada. Alcuni sono già anche in grado di cantare…

L’avvento dei robot

L’avvento dei robot ha portato a diversi avvertimenti precauzionali, alcuni anche preoccupati, in merito al futuro del lavoro. Elon Musk, come detto sopra, dice che saranno in grado di fare tutto meglio degli umani. Uno studio, pubblicato in America, dice che laggiù 670.000 posti di lavoro sono stati persi, dal 1990 al 2007, a causa dei robot. E questo numero non può che crescere.

Uno studio molto citato del 2013 dice che praticamente la metà di tutti i posti di lavoro in America sono a rischio di automazione nei prossimi 20 anni. Le occupazioni che richiedono compiti ripetitivi e prevedibili sono a rischio; particolarmente nel settore dei trasporti, della logistica ed in quello amministrativo. D’altronde, i robot non richiedono benefici sociali, vacanze, riposo o sonno. Ma il dibattito se ci “porteranno” via tutti i lavori non è affatto concluso.

Cosa dicono gli economisti

Molti economisti, al contrario, dicono che l’aumento dell’automazione creerà nuovi posti di lavoro. Dopotutto, qualcuno deve pur programmare i robot, no?

Il passato

Facciamo un salto indietro agli anni ’50 dell’800, quando i treni erano il sistema di trasporto più popolare. Il numero di ingegneri, conducenti di locomotive ed addetti vari aumentò, in quell’epoca, del 600%. Ma già all’inizio del 1900 quel numero diminuì parecchio. Perché? Facile: ci fu l’avvento dell’automobile. Aumentò il numero di meccanici e venditori di pezzi di ricambio, proprio mentre diminuivano i lavori collegati alle ferrovie. Molte compagnie dicono che la stessa cosa succederà quando i robot diventeranno ancora più comuni.

Il presente

Una survey di 20.000 impiegati di 42 nazioni ha scoperto che i settori dell’information technology, del servizio ai clienti e della manifattura avanzata aumenteranno il numero di lavoratori in seguito all’automazione.

È difficile pensare che i robot possano replicare caratteristiche umane come l’empatia o la compassione, richieste in molti lavori. Davvero si vuole un robot come infermiera, babysitter o insegnante?

Conclusioni

Ma anche se i robot non ci toglieranno interamente alcuni lavori, molte ricerche mostrano che cambieranno significativamente i compiti più semplici sul posto di lavoro. Questo è un problema soprattutto per i lavoratori senza troppa specializzazione, che non sono capaci di (ri)addestrarsi per nuovi lavori. Essi potrebbero rimanere bloccati con occupazioni a reddito inferiore in un mondo con più robot; ciò potrebbe rendere la disuguaglianza dei salari ancora peggiore.

I robot stanno rendendo un sacco di cose meno certe del passato. Una cosa chiara, comunque, è che saranno richieste parecchie abilità per averci a che fare, nel prossimo futuro.

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Robot. Rimpiazzeranno i lavoratori umani nel futuro? Lo stanno già facendo? | The Economist https://www.dadamoney.com/?p=24383 Mon, 21 Aug 2017 22:00:00 +0000 https://www.dadamoney.com/robot-lavoratori-umani-futuro/ La richiesta di robot industriali è in aumento; The Economist ha chiesto a persone diverse di indovinare quanti posti di lavoro sono attualmente appannaggio di robot, non di esseri umani. Le risposte, come è ovvio, sono state varie… e sorprendenti.

La domanda, per la precisione, è stata: nel mondo, quale percentuale di lavoratori industriali sono robot?

Hanno risposto persone molto diverse, e che non si conoscevano prima.

Cosa è venuto fuori? Per prima cosa, che bisogna ben definire che cosa si intenda esattamente per robot. Inoltre, che questa definizione dipende in quale industria le macchine si trovino a lavorare. Per esempio, è ben saputo da molti che nell’industria automobilistica si faccia largo uso di macchine che aiutino nella costruzione di auto, automatizzando i processi più ripetitivi e pesanti. Al contrario, gli intervistati ritengono che nell’industria tessile siano coinvolti molti meno robot. La ragione? Principalmente perché sono più economici.

Ovviamente, balza subito alla mente come ci voglia una persona che istruisca e segua la macchina, od un numero maggiore di essi. Sempre più persone verranno addestrate per programmare e seguire i robot.

Inoltre, secondo un intervistato, è indubbio che certi lavori siano più adeguati per le macchine.

In definitiva, però, nessuno pensa che gli esseri umani possano essere esclusi dai processi produttivi; piuttosto, gli uomini dovranno adattarsi alla sempre maggiore presenza di robot.

Una ragazza scozzese evidenzia come il lavoro di produzione del whisky non possa essere automatizzato… perché, per esempio, i barili devono per forza essere fatti a mano.

Quanti robot industriali ci sono? Le risposte

In definitiva, quali sono state le percentuali? Si è andati dal ritenere che solo il 10% dei lavoratori industriali siano robot, al 30%.

La risposta è, forse sorprendentemente, che solo lo 0,7% dei lavoratori industriali siano robot. Chiaramente, la cosa ha stupefatto tutti, e dimostra con evidenza come ci sia un notevole errore sistematico sull’argomento.

Le spiegazioni

La richiesta di robot industriali sta accelerando, vista la tendenza all’automatizzazione. Ma le vendite sono dominate da due industrie soltanto. Quella dell’auto è la prima, col 38% delle presenze robotiche; quella elettronica, inclusa l’industria dei computer, è la seconda, con un 25% (fonte: International Federation of Robotics).

Il settore a minor rischio di automazione, secondo McKinsey, è l’educazione.

La ragazza scozzese, che è quella che aveva scelto il 10% come percentuale, ha comunque evidenziato come tra la sua risposta, risultata la meno sbagliata, e quella corretta, ci siano comunque più di 10 ordini di magnitudine, e la cosa è chiaramente stupefacente.

Un ragazzo cinese ed uno indiano, che erano concordi per un 20% di presenze, lo sono stati anche nel ritenere che, chiaramente, questa percentuale crescerà nel futuro.

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Robo advisor. Empatia e professionalità anche nel loro mondo | Anima SGR https://www.dadamoney.com/?p=23748 Wed, 15 Mar 2017 23:00:00 +0000 https://www.dadamoney.com/empatia-professionalita-robo-advisor/ Robo advisor. Empatia e professionalità anche nel loro mondo | Anima SGR

Robo advisor. Empatia e professionalità anche nel loro mondo. A cura di Mario Noera, Docente di economia degli intermediari finanziari presso l’Università Bocconi.

L’empatia è la capacità di una persona di mettersi nei panni di un’altra. L’empatia è cioè la capacità di comprendere in modo immediato lo stato d’animo della persona che ci sta di fronte; di entrare nel suo modo di ragionare; di condividerne il modo di comunicare.

Recenti ricerche sul rapporto medico-paziente dimostrano che quasi sempre l’empatia gioca un ruolo cruciale. I pazienti seguono con maggiore disciplina le prescrizioni dei medici più empatici. I medici privi di empatia, invece, commettono più errori diagnostici.

E’ probabile che anche la consulenza finanziaria subisca presto un’evoluzione analoga. La rivoluzione tecnologica porta infatti con sé velocità di esecuzione, precisione, ubiquità. Ma anche un cambiamento profondo e radicale del ruolo dei consulenti.

Robo advising

Quando i robo advisors potranno elaborare soluzioni finanziarie immediate, efficienti e personalizzate, la tecnica finanziaria smetterà di essere il centro di gravità della consulenza. Tornerà ad essere solo uno strumento di servizio.

Il ruolo del consulente non sarà più solo quello di fornire le medicine, ma soprattutto quello di fare le diagnosi. L’ingrediente più importante di ogni buona diagnosi è la comprensione profonda del paziente. Se con una persona vogliamo creare una relazione fiduciaria, dobbiamo anche evocare le giuste suggestioni. Saper trovare, quindi, i modi adatti per esprimerci.

Profili temperamentali

Sono di grande aiuto i profili temperamentali identificati da alcuni psicologi. Sulla base degli studi originali di Gustav Jung, due psicologi americani hanno classificato quattro coppie di caratteristiche comportamentali chiave.

Le persone possono essere estroverse od introverse; sensoriali od intuitive; razionali od emozionali; strutturate o percettive. Ciascuna di queste coppie di caratteristiche rinvia ad una specifica area del comportamento.

Sensoriale-Intuitivo individua le modalità cui cui ciascun individuo raccoglie ed organizza le informazioni che riceve dal mondo esterno. Il sensoriale raccoglie le informazioni soprattutto secondo l’esperienza pratica (cinque sensi). Il sensoriale è adatto ai fatti concreti ed ai dettagli pratici. Ama le cose che si presentano in modo ordinato e sequenziale. Non è propenso alle astrazioni. Il suo opposto, l’intuitivo, filtra le informazioni in modo figurativo, tende a trascurare i dettagli ed a concettualizzare le informazioni in sistemi astratti.

Secondo i due psicologi, il profilo di ciascuno di noi è compiutamente descrivibile sulla base di quelle quattro coppie di caratteristiche. La loro combinazione consente di classificare quattro categorie dominanti di individui.

Gli artigiani sono attenti soprattutto a ciò che produce risultati tangibili ed immediati. I razionali sono invece orientati alla teorizzazione astratta ed al ragionamento analitico. I guardiani sono orientati ai fatti ed alla concretezza della pianificazione. Gli idealisti, infine, sono immaginifici e sognatori. Sono sensibili alla visione d’assieme, ma disinteressati ai dettagli tecnici.

Modalità di comunicazione

A ciascuna delle quattro tipologie temperamentali dominanti si applicano approcci e modalità di comunicazione tra loro diversi. Gli artigiani comunicano prevalentemente in modo descrittivo. I guardiani-pianificatori preferiscono uno stile induttivo, cioè dal particolare al generale. Per i razionali i ragionamenti più efficaci sono quelli logico-deduttivi. Gli idealisti amano una linguaggio visionario, associato ad immagini e prospettive ideali.

Utilizzare la mappa delle tipologie comportamentali non è difficile. Con un po’ di esercizio diventa perfino agevole ricostruire il profilo di qualunque interlocutore. Anche sulla base di una semplice conversazione.

Secondo i due psicologi, quindi, l’empatia è una dote che si può acquisire ed affinare, al pari di ogni altra capacità professionale. In un mondo futuro, dominato dai robo advisor, potrebbe essere proprio questa una delle armi vincenti del consulente di domani.

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