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PIR – DaDaMoney https://www.dadamoney.com Un aggregatore di contenuti finanziari in formato video rivolto a risparmiatori, banker, promotori, consulenti finanziari e curiosi di finanza. Thu, 23 Jan 2020 08:35:45 +0000 it-IT hourly 1 https://www.dadamoney.com/wp-content/uploads/cropped-dadamoney_logo-32x32.png PIR – DaDaMoney https://www.dadamoney.com 32 32 3 domande al gestore. Equity Italia/Pir | Arca Fondi SGR https://www.dadamoney.com/?p=31118 Thu, 23 Jan 2020 08:35:45 +0000 https://www.dadamoney.com/?p=31118
Piazza Affari riparte dopo un anno molto positivo. Secondo Giorgio Bortolozzo, responsabile investimenti azionari, il mercato è ancora appetibile, con valori molto interessanti. In questo contesto, la grande novità è costituita dal ritorno dei PIR, i Piani Individuali di Risparmio.

Buongiorno, benvenuti al consueto appuntamento con “3 domande al gestore”. Oggi parliamo di mercato azionario italiano, e ovviamente di Piani Individuali Risparmio. Lo facciamo con Giorgio Bortolozzo, Responsabile Investimenti Azionari di Arca Fondi SGR. Buongiorno Giorgio.

Buongiorno.

Dunque, i mercati azionari italiani hanno chiuso il 2019 in maniera sicuramente positiva, forse anche un po’ inaspettatamente visto l’andamento dell’anno precedente. La domanda che ti faccio è: con quale spirito affrontiamo l’inizio di questo nuovo decennio?

Citiamo spesso il fatto che il mercato italiano, in particolare il listino principale della Borsa di Milano, sia a sconto. Cioè abbia un prezzo rispetto agli utili generati dalle aziende basso rispetto alla propria storia media di lungo periodo e agli altri mercati europei e globali. Le ottime performance del mercato lo scorso anno hanno effettivamente riportato le valutazioni vicino alle medie di lungo periodo, ma siamo ancora lontani dal resto del mercato, dagli altri mercati. Per il 2020, in assenza di shock esogeni che per loro natura non sono prevedibili, le prospettive per l’Asset Class azionaria, per il mercato italiano in particolare, rimangono costruttive. Ricorderei come sempre l’opportunità e la necessità di affrontare degli investimenti, in particolare quelli di natura azionaria, con un orizzonte di investimento adeguato pluriennale.

Una discussione sul mercato azionario italiano evidentemente non può prescindere da un approfondimento sui PIR, i Piani Individuali di Risparmio. Che, ricordiamo, da pochi giorni sono tornati ad essere disponibili per le nuove sottoscrizioni. Consentiteci un piccolo riassunto. I PIR sono uno strumento di investimento di medio periodo sui quali è possibile investire 30 mila euro l’anno per cinque anni per un totale di 150 mila euro. Focalizzati sulle piccole e medie imprese italiane dove ci sono, in alcuni casi, dei veri e propri gioielli del sistema industriale italiano. In determinate condizioni, quindi mantenendo l’investimento per cinque anni, i PIR consentono una completa esenzione della tassazione sui rendimenti. Giorgio, la domanda che ti faccio è: innanzitutto ti chiederei di illustrarci quali sono le possibilità consentite dalla gamma PIR di Arca Fondi, e quali sono le differenze di questi nuovi PIR, se possiamo chiamarli così, rispetto a quelli precedentemente offerti.

Vorrei iniziare ricordando che Arca era già presente da diversi anni su questo segmento delle piccole e medie imprese italiane, con buoni risultati. In particolare grazie al Fondo Arca Economia Reale Equity Italia, proprio perché abbiamo creduto fin da tempi non sospetti nella bontà di questa componente dell’economia italiana. La gamma PIR di Arca si compone di cinque fondi. Tre fondi bilanciati, che offrono diversi gradi di esposizione ai mercati azionari: 15%, 30% e 55% rispettivamente. Poi abbiamo a disposizione due fondi azionari puri. Il primo, Arca Azioni Italia, è un fondo storico di Arca che permette di avere un’esposizione al listino principale di Milano e alle Mid Cap italiane con una selezione attiva. Il secondo è Arca Economia Reale Equity Italia, che si concentra nel segmento delle piccole e medie imprese italiane, dando un esposizione e una selezione attiva verso le eccellenze che compongono il tessuto produttivo del nostro Paese. Venendo alle differenze della nuova normativa, da un punto di vista gestionale direi che per i Fondi Arca saranno minime. Dal momento che abbiamo già oggi un interesse e un’esposizione verso il segmento dell’economia reale del nostro Paese.

Bene passerei all’ultima domanda. Abbiamo detto che i PIR investono sulle piccole e medie imprese, settore sicuramente interessante, però caratterizzato da una liquidità, cioè una facilità di scambi dei titoli sul mercato, che mediamente è considerata mediamente più bassa rispetto a quella che caratterizza il listino principale. Che tipo di considerazione possiamo fare in merito?

È senz’altro vero che questo segmento del mercato deve ancora svilupparsi. Però non vedo al momento delle difficoltà a implementare delle scelte di investimento attive su questo segmento di mercato, almeno nella misura richiesta. Inoltre possiamo, a mio avviso, individuare due possibili effetti positivi della ripartenza dei PIR nella nuova versione. Sulla liquidità e sulla qualità di questo segmento di mercato. Il primo è quello di riportare l’attenzione degli operatori e degli investitori su questo segmento di mercato, potenzialmente aumentandone liquidità e trasparenza. Il secondo, conseguente, potrebbe essere quello di attirare aziende che al momento sono private ad aprirsi al mercato di capitali più strutturato e più attento per raccogliere le risorse di cui hanno bisogno per sostenere crescita e effettuare nuovi investimenti. Una sorta di circolo virtuoso. Già gli ultimi tre anni sono andati in questa direzione, con l’effetto di allargare la dimensione del mercato e di aumentare il numero di Asset a disposizione degli investitori.

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PIR. E’ il momento giusto per continuare ad alimentarlo? | Zenit SGR https://www.dadamoney.com/?p=22521 Sun, 31 Mar 2019 22:00:00 +0000 https://www.dadamoney.com/pir-momento-giusto-incrementarlo/ Investire in modo costante nel tempo spesso porta a grandi soddisfazioni, anche e soprattutto con i PIR. Lo afferma Marco Rosati, AD di Zenit SGR.

Sì, è sempre il momento giusto per investire, parafrasando una celebre frase, e lo è ancora di più, per continuare ad investire, alimentando con versamenti successivi il proprio piano individuale di risparmio. Come sempre questo va fatto con metodo, con disciplina, in modo costante nel tempo.

Credo che quello che è successo sui mercati finanziari nel 2018, e in questi primi mesi, questi primi due mesi del 2019, ne siano una chiarissima testimonianza. Chi ha continuato con metodo ad investire anche nell’ultimo trimestre dell’anno scorso, quando tutto sembrava che dovesse scendere, continuare a scendere, e i mercati erano particolarmente difficili, oggi, già in questi primi due mesi sta avendo delle grandissime soddisfazioni e quindi così bisogna continuare.

Giusto per dare due numeri molto semplici, molto chiari, i nostri due fondi di piani individuali di risparmio, dopo un buon 2018, come sapete nei primi due mesi di quest’anno il fondo zenit obbligazionario registra una performance di poco superiore al 3 per cento, e il fondo azionario Italia, che quindi investe nelle azioni delle nostre migliori aziende quotate, sale di oltre l’undici per cento. Quindi, chi ha avuto fiducia, oggi è premiato, e credo che, soprattutto nell’ottica del piano individuale di risparmio, che dura anni, non mi vorrei mai il problema del timing, di giorno per giorno o mese per mese.

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PIR. Cosa cambia per chi ha aperto un PIR nel 2017 o nel 2018? | Zenit SGR https://www.dadamoney.com/?p=22511 Wed, 27 Mar 2019 23:00:00 +0000 https://www.dadamoney.com/pir-cosa-cambia-da-2017-2018/ I vantaggi fiscali continuano per chi ha investito in un PIR prima del 2019, come spiega Marco Rosati, CEO di Zenit SGR.

Per chi si era portato avanti, e quindi per molti di voi che state guardando questo video, e che quindi avevate già aperto il vostro piano individuale di risparmio nel 2017 o nel 2018, non cambia, per fortuna, assolutamente nulla. I limiti agli investimenti, e quindi la composizione del portafoglio del vostro piano, può continuare secondo le vecchie regole, vecchie regole che funzionano e funzionano benissimo, e quindi tutti quelli che avevano già un piano di risparmio possono, come è logico nella natura del prodotto, continuare ad alimentarlo con versamenti e investimenti successivi.

Il problema è esclusivamente per chi ancora non aveva aperto il proprio piano individuale di risparmio e pensava di farlo in questi mesi. Da questo punto di vista è chiaro che noi in zenit stiamo tenendo attentamente monitorata l’evoluzione della normativa, siamo in continuo contatto con i tecnici dei vari ministeri, e quindi seguiteci e vi terremo assolutamente informati non appena sarà possibile rioffrirvi la nostra soluzione per i vostri piani individuali.

I PIR ti permettono di investire sull’economia del nostro Paese, beneficiando di importanti agevolazioni fiscali. Attraverso i PIR è quindi possibile incrementare la capacità produttiva e occupazionale delle imprese italiane.

I Piani Individuali di Risparmio DI ZENIT SGR

Zero Tax PIR è la soluzione di Zenit che ti offre la possibilità di personalizzare il tuo PIR: puoi scegliere infatti se investire il tuo capitale in Zenit Obbligazionario PIR, in Zenit Pianeta Italia PIR o nella combinazione dei due fondi più in linea con le tue esigenze.

ZENIT OBBLIGAZIONARIO PIR

Fondo obbligazionario misto, investe principalmente in titoli corporate ed utilizza i mercati azionari come ulteriore fonte di rendimento per un massimo del 20%. Il fondo supporta il tessuto economico italiano investendo almeno il 70% nelle aziende domestiche, con una particolare attenzione alle Piccole e Medie Imprese.

ZENIT PIANETA ITALIA PIR (azionario)

Investe su titoli azionari del mercato italiano con uno specifico focus sulle società a piccola e media capitalizzazione. È caratterizzato da una gestione dinamica volta alla ricerca di società con buoni fondamentali e prospettive di crescita, senza trascurare le dinamiche di rotazione settoriale.
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PIR. Che cosa sta accadendo in questo settore? Quali le novità? | Zenit SGR https://www.dadamoney.com/?p=22502 Sun, 24 Mar 2019 23:00:00 +0000 https://www.dadamoney.com/pir-che-cosa-sta-accadendo/ Marco Rosati, AD di Zenit SGR, illustra le novità legislative in tema di PIR e come la società di gestione le sta affrontando.

Che cosa sta accadendo nel mondo PIR? Quali le novità?

Sì, la domanda è molto interessante e molto pertinente. Purtroppo, e dico purtroppo, la finanziaria del 2019 ha introdotto per i piani individuali di risparmio una serie di novità, intese come delle ulteriori indicazioni e degli ulteriori limiti agli investimenti.

Questo è stato fatto dal nostro governo senz’altro con le migliori intenzioni, le migliori intenzioni di far arrivare più denari e più finanza alle nostre pmi, alle pmi italiane. Purtroppo si è ottenuto per il momento l’effetto opposto, ossia queste indicazioni sono talmente stringenti che, di fatto, per il momento, non è più possibile aprire dei nuovi piani individuali di risparmio, stante l’impossibilità per noi gestori di rispettare in modo puntuale e in modo economicamente vantaggioso per chi ci affida i propri risparmi, rispettare questi nuovi limiti.

Quindi, paradossalmente, il risultato è che si è voluto forzare un po’ la mano, il governo ha voluto forzare un po’ la mano, per far arrivare più denari ad aziende di fascia un pochettino più piccola… il risultato pratico è stato di bloccare il mercato, e chiaramente noi in Zenit stiamo lavorando e monitorando attentamente l’evolversi della normativa, stiamo aspettando i nuovi decreti e stiamo interagendo costantemente con i ministeri preposti per essere pronti subito, non appena si avranno gli opportuni chiarimenti, a mettere a punto i nostri nuovi piani individuali di risparmio per tutti coloro che ancora non l’avevano fatto nel 2017, nel 2018 e desiderano aprirsi il loro nuovo PIR.

PIR: le novità del 2019 che fanno discutere

Con l’approvazione della nuova Legge di Bilancio, secondo gli esperti, il mercato dei PIR rischia di bloccarsi per diversi mesi. La ragione è da ricercare nei commi che vanno dal 211 al 216 dell’articolo 1 del nuovo testo dove si introducono alcune variazioni rispetto la legge del 2017 che li ha istituiti.

Nello specifico, si stabilisce che i nuovi Pir sottoscritti dal 1 gennaio ’19, dovranno investire almeno il 3,5% del patrimonio in fondi italiani di “venture capital” e un altro 3,5% in azioni di piccole e medie imprese (quotate Aim) con meno di 250 dipendenti e 50 milioni di ricavi. Il punto è che per le Società di gestione del risparmio (Sgr) con grossi patrimoni, questi vincoli saranno molto difficili da rispettare.

Inoltre, tali emendamenti necessitano dei decreti attuativi che al momento non sono ancora stati creati. In loro assenza, i Pir di nuova istituzione restano di fatto bloccati mentre chi ha già sottoscritto dei PIR in passato può continuare ad alimentarli con nuovi investimenti.

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PIR. Dove investono i fondi | Video Finanza https://www.dadamoney.com/?p=25713 Wed, 17 Oct 2018 22:00:00 +0000 https://www.dadamoney.com/pir-investono-fondi-video-finanza/ Con Lorenzo Giavenni, responsabile pianificazione commerciale e sviluppo rete di Arca Fondi Sgr, si sono analizzate le caratteristiche dei settori economici in cui investono i fondi Pir.

I settori economici in cui si sono finanziariamente solidi?

«Difficile rispondere se tutte le aziende presenti sul mercato sono solide, quello che posso dire è che l’universo investibile dei Pir, che sono poi le aziende che fanno parte degli indici Ftse Star, Ftse Mid Cap, Ftse Small Cap e, in piccola parte, perché è un mercato molto piccolo, anche l’Aim, è un segmento molto interessante e con ottime prospettive di crescita.  Tanto è vero che Arca già nel 2015 ha lanciato un fondo dedicato alle aziende dei segmenti Star e Aim, perché in questi indici sono rappresentate la maggior parte delle aziende italiane dei settori industriale, manifatturiero, dei servizi, della farmaceutica». Come ha spiegato il manager, nel portafoglio dei fondi Pir non sono presenti titoli del settore finanziario, non ci sono utilities, ovvero in generale le grandi società di origine statale o parastatale o comunque molto correlate al settore pubblico, che invece sono molto rappresentate nell’indice principale di Borsa Italiana, il Ftse Mib.

«Quindi questa è stata un’ottima opportunità di diversificare nel mondo della vera industria e manifattura italiana, un mondo che ha dimostrato di avere delle caratteristiche eccezionali sia come motore dell’economia reale sia come investimento» ha proseguito Giavenni.

Basta fare un confronto tra l’andamento degli indici sopra citati e quello del Ftse Mib: negli ultimi anni i primi hanno avuto non solo una performance assoluta di molto superiore a quella del Ftse Mib, ma anche una volatilità inferiore, dimostrando di essere più resilienti alle crisi di breve periodo, legate al debito pubblico, alla politica monetaria o al dibattito europeo.

«Al di là delle valutazioni sulla singole aziende, il settore è andato molto bene, e oggi esprime dei multipli che non sono molto più alti rispetto ai quelli di un paio di anni fa, prima che venissero lanciati i Pir. La crescita degli utili prevista per le aziende questi segmenti si mantiene ad un buon livello» – ha concluso Giavenni – «da questo punto di vista il settore non è sopravvalutato, e rimane un’ottima opportunità di investimento».

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Arca Fondi, prosegue il trend positivo sui Pir | Fondi & Sicav https://www.dadamoney.com/?p=25615 Mon, 24 Sep 2018 22:00:00 +0000 https://www.dadamoney.com/arca-fondi-prosegue-trend-positivo-sui-pir/ «Il 2018 sta andando molto bene, e sta confermando le tendenze emerse nel 2017» spiega Lorenzo Giavenni, responsabile pianificazione commerciale e sviluppo prodotti di Arca Fondi Sgr, al quale è stato chiesto, in occasione della tavola rotonda sui Piani individuali di risparmio organizzata dalla redazione di Fondi&Sicav, di tracciare un primo bilancio sul fronte Pir per il 2018.

La raccolta

«La raccolta è molto buona, quasi agli stessi livelli del 2017 anche se leggermente inferiore, come del resto tutto il comparto del gestito. Vediamo tanti nuovi clienti che si avvicinano al mondo del risparmio gestito per effetto del Pir, una tendenza che continua dal 2017 e che rappresenta sicuramente uno dei migliori risultati portati dalla novità dei Piani individuali di risparmio».

Al contempo, ha osservato ancora il manager, «pochi clienti hanno deciso di uscire dall’investimento dopo le ottime performance ottenute nel 2017, e una percentuale molto alta di clienti che avevano aperto un conto Pir lo scorso anno già a fine agosto hanno confermato un secondo investimento per il 2018. Si tratta di indicatori molto positivi per questo nuovo segmento, che ha ottime possibilità di crescita».

I fondi privilegiati dai risparmiatori

«Il prodotto sul quale si sono focalizzati gli investitori sia nel 2017 che nel 2018», ha spiegato ancora Giavenni, «è stato il fondo bilanciato», quindi uno strumento non troppo esposto al rischio azionario. Il prodotto core di Arca nel segmento Pir è il fondo Arca Economia Reale Bilanciato Italia 30, che ha una percentuale media di esposizione all’equity intorno al 30%. «E’ il classico prodotto bilanciato che può essere portato avanti per tanti anni con una combinazione ottimale di bond e azioni, che non subirà mai troppi scossoni qualora i mercati azionari dovessero avere un trend negativo, quindi è un prodotto adatto alla stragrande maggioranza dei risparmiatori». «E’ su questo fondo che si è concentrato e continua a concentrarsi l’interesse dei nostri clienti» conclude Giavenni, «anche se la nostra offerta comprende anche altri prodotti in classe Pir, sia 100% azionari, sia bilanciati, ma con una componente azionaria inferiore».

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PIR. La gamma di Arca Fondi SGR https://www.dadamoney.com/?p=25599 Wed, 19 Sep 2018 22:00:00 +0000 https://www.dadamoney.com/pir-la-gamma-arca-fondi-sgr/ In questo video, realizzato in collaborazione con Class Cnbc, vere e proprie eccellenze del nostro made in italy come Technogym, Fila, Avio e Cairo Editore aiutano a presentare la gamma PIR di Arca Fondi SGR, parlando della loro partnership pluriennale con Arca Fondi.
I Fondi PIR (Piani Individuali di Risparmio) sono Fondi di investimento che godono dell’azzeramento dell’imposta sui rendimenti generati e dell’esenzione da quelle di successione e donazione, e rappresentano la grande novità del risparmio gestito.

Il frutto dell’Eccellenza Italiana esente da tassazione sulle rendite finanziarie

Arca Fondi SGR è tra le prime SGR a introdurre un PIR – Piano Individuale di Risparmio – nella propria gamma. I PIR permettono una diversificazione degli investimenti evitando la concentrazione eccessiva su singoli emittenti.
I PIR offrono un notevole incentivo fiscale. La fiscalità agevolata consiste nell’esenzione totale dalle imposte sulle rendite finanziarie, quindi può andare da un minimo del 12,5% ad un massimo del 26% sulle plusvalenze realizzate a seguito del del disinvestimento; è prevista, inoltre, l’esenzione dall’imposta di successione in caso di trasferimento mortis causa degli strumenti detenuti nel Piano.

I PIR devono rispettare dei vincoli di investimento che prevedono un investimento minimo del 70% in strumenti finanziari (azioni, obbligazioni di aziende italiane sia quotate che non quotate nei mercati regolamentati o nei sistemi multilaterali di negoziazione) emessi da aziende italiane. Di questo 70%, almeno il 30% (quindi il 21% del totale) deve esser investito in strumenti finanziari emessi da imprese diverse da quelle inserite nell’indice FTSE MIB di Borsa Italiana, quindi su aziende a media capitalizzazione (ad esempio quelle quotate sul FTSE Italia Mid Cap oppure lo STAR).

Questo strumento ha quindi la finalità di canalizzare il risparmio delle famiglie verso il sostegno dell’economia reale andando a finanziare in particolar modo le imprese che costituiscono l’ossatura dell’industria italiana ed in molti casi ritraggono la parte più innovativa e votata all’esportazione del tessuto produttivo del nostro paese. Arca Fondi SGR parte avvantaggiata in quanto ha già maturato una notevole esperienza negli investimenti nell’economia reale italiana. Già da aprile 2015 è attivo il Fondo Arca Economia Reale Equity Italia, che investe principalmente in azioni di emittenti italiani a media e piccola capitalizzazione con interessanti prospettive di crescita nel medio termine.

Arca Economia Reale Bilanciato Italia 15 (PIR)

Arca Economia Reale Bilanciato Italia, il primo Fondo PIR della gamma Arca, è un fondo bilanciato obbligazionario che investe principalmente sul mercato italiano con un peso azionario non superiore al 30% e si rivolge alla clientela con una moderata propensione al rischio e con un orizzonte temporale almeno di cinque anni.
Il Fondo  può rappresentare una soluzione di diversificazione del portafoglio di un investitore. Il fondo può investire nei seguenti strumenti finanziari: in azioni per una percentuale massima del 30%, in obbligazioni di emittenti governativi o garantite da stati sovrani appartenenti all’Unione Europea sia di adeguata qualità creditizia sia di qualità creditizia inferiore ad adeguata per una percentuale non superiore al 30% denominate in euro, in dollari e sterline; in obbligazioni corporate e Asset Backed Securities sia di adeguata qualità creditizia sia di qualità creditizia inferiore ad adeguata per una percentuale non superiore al 85% denominate in euro, in dollari e sterline.
È prevista la possibilità di investire, in misura residuale, in obbligazioni subordinate.
L’investimento in OICR anche collegati è previsto nei limiti stabiliti dall’Organo di Vigilanza. Il fondo potrà investire inoltre, in misura non superiore al 20%, in OICR che investono in strategie volte al raggiungimento di un rendimento assoluto con l’obiettivo di ridurre l’esposizione a specifici fattori di rischio e per massimizzare la diversificazione complessiva del portafoglio.

Arca Economia Reale Bilanciato Italia 30 (PIR)

Arca Economia Reale Bilanciato Italia, il primo Fondo PIR della gamma Arca, è un fondo bilanciato obbligazionario che investe principalmente sul mercato italiano con un peso azionario non superiore al 35% e si rivolge alla clientela con una moderata propensione al rischio e con un orizzonte temporale almeno di cinque anni. Il Fondo  può rappresentare una soluzione di diversificazione del portafoglio di un investitore. La componente azionaria, che pesa circa il 35% del portafoglio, investe in aziende italiane prevalentemente a media capitalizzazione appartenenti all’indice FTSE Italia Mid Cap di Borsa Italiana, spesso votate all’innovazione e con leadership consolidate sui rispettivi mercati di riferimento. Discorso analogo si può fare per gli investimenti obbligazionari che sono orientati da un lato (c.a. il 50% del portafoglio) alle aziende italiane e dall’altro in titoli di stato europei (c.a. il 20% del portafoglio) tra cui spiccano BTP e Bund tedeschi.

All’eventuale superamento delle soglie, l’eccedenza sarà investita nella Classe Retail (P) del Fondo oggetto di investimento, l’operatività su tale classe non sarà soggetta a vincoli e benefici fiscali previsti per i PIR.

Arca Economia Reale Bilanciato Italia 55 (PIR)

Arca Economia Reale Bilanciato Italia 55,  è un fondo bilanciato che investe principalmente nei seguenti strumenti finanziari: azioni denominate in euro di emittenti italiani a media o piccola capitalizzazione per una percentuale non superiore al 65%; obbligazioni di emittenti governativi o garantite da stati appartenenti all’UE per una percentuale non superiore al 30% e obbligazioni corporate per una percentuale non superiore al 60%.

All’eventuale superamento delle soglie, l’eccedenza sarà investita nella Classe Retail (P) del Fondo oggetto di investimento, l’operatività su tale classe non sarà soggetta a vincoli e benefici fiscali previsti per i PIR.

Arca Azioni Italia (PIR)

Il Fondo investe principalmente in azioni di emittenti italiani con prospettive di crescita stabili nel tempo e ad elevata liquidità denominate in euro.
Il Fondo può investire in misura contenuta in azioni di emittenti italiani a media e piccola capitalizzazione con prospettive di crescita stabili nel tempo. L’area geografica d’investimento è principalmente l’Italia.

Arca Economia Reale Equity Italia (PIR)

Arca Economia Reale Equity Italia si rivolge agli investitori che ricercano la rivalutazione del capitale nel lungo termine investendo nel segmento del mercato azionario italiano a più elevato potenziale di crescita prospettica. Tale investimento è meno condizionato dall’andamento globale dell’economia, ma è maggiormente influenzato dalle specifiche peculiarità dei titoli selezionati. In una ottica di portafoglio complessivo tale investimento consente di diversificare ulteriormente le proprie fonti di valore.
Il Fondo prevede una Classe Retail “P”; l’operatività su tale classe non sarà soggetta a vincoli e benefici fiscali previsti per i PIR, e una Classe “I” destinata ai Clienti Professionali di diritto secondo normativa Consob, e per le cui condizioni si rimanda alla documentazione contrattuale.

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PIR, fra luci ed ombre | Zenit SGR https://www.dadamoney.com/?p=25529 Sun, 02 Sep 2018 22:00:00 +0000 https://www.dadamoney.com/pir-fra-luci-ed-ombre/ Nelle parole di Francesca Cerminara, Responsabile Bond e Valute di Zenit SGR, l’impatto dei PIR sull’economia reale ad un anno e mezzo dal lancio sul mercato.

In italia continua a restare alta l’attenzione degli investitori nei confronti dei PIR, eppure ad un anno e mezzo dalla loro nascita, e dopo il boom che hanno avuto nel 2017 c’è chi parla di luci e di ombre

I PIR hanno avuto un successo quasi insperato nel 2017; pensiamo solo che nel 2013, da un’indagine di Assogestioni, quando per la prima volta, tramite decreto legge, si era affrontato il tema della diversificazione delle fonti di finanziamento per le aziende, con la nascita dei mini bond, si stimava che su 480 miliardi di patrimonio gestito in fondi, forse meno di 15 erano completamente dedicati a fondi specializzati in azioni ed obbligazioni italiane. Nel 2017, il primo anno di PIR, invece la raccolta è stata di 16 miliardi, a cui si sommano i due e mezzo del primo trimestre 2018. Quindi un sommo un ottimo risultato

È chiaro che il successo dei PIR nasce sulla scia dell’importante beneficio fiscale che questi prodotti offrono, però si può dire che poggiano comunque su basi molto più solide di stampo fondamentale. Infatti i PIR arrivano dopo anni di profonda crisi che ha attraversato l’Europa, e bisogna dire che ha messo a dura prova sia le aziende che i risparmiatori.

L’italia è sempre stata considerata un popolo di risparmiatori. Nel 2010 il rapporto tra risparmio privato e PIL era sceso al 17 per cento; ora invece è risalito in zona 20 per cento, che comunque è vicino alla sua media storica. Risparmi che, finalmente, possono essere messi a disposizione delle aziende che, come dimostrano i dati societari e congiunturali, sono tornate a crescere. Quindi dei risparmi puntati su qualcosa di solido.

Queste sono le luci, probabilmente. Un’ombra sicuramente è calata invece nel secondo trimestre 2018, un’ombra chiamata volatilità, scaturita probabilmente dalla percezione di un forte incremento del rischio politico italiano, che comunque ha provocato un forte repricing di tutte le asset class domestiche, a cui si somma un rischio molto più globale, che è legato alle politiche commerciali dell’amministrazione Trump, ed ai dazi.

Indubbiamente tutte queste incertezze pesano sui mercati, ma pesano anche sugli investitori; vediamo un certo rallentamento nella sottoscrizione di prodotti PIR compliant, forse fortunatamente non a dei disinvestimenti, probabilmente perché gli investitori hanno capito la vera natura del prodotto, e quindi l’orizzonte più di medio periodo.

Invece cosa può dirci riguardo il loro impatto sull’economia reale?

I PIR nascono per canalizzare le risorse sotto forma di azioni e obbligazioni verso le aziende, risorse fondamentali per lo sviluppo
aziendale, soprattutto attraverso il canale degli investimenti. È vero anche che i PIR possono essere un po’ di stimolo alle società che per la prima volta vogliono affacciarsi sul mercato dei capitali sia come prima emissione obbligazionaria, o tramite magari una IPO.

Nel 2017, il primo anno dei PIR, sono state circa 30 le IPO in più sul nostro mercato italiano. È vero anche che se facciamo confronto con il resto d’Europa la strada è ancora lunga. Pensiamo che il FTSEMIB, il nostro indice principale, apporta un contributo di circa il 30 per cento al nostro prodotto interno lordo, un dato ancora piuttosto basso. Queste risorse sarebbero vitali non solo per le aziende che direttamente ne beneficerebbero, ma come rafforzamento dell’intero sistema economico italiano.

Va detto però che comunque la trasmissione della finanza all’economia reale è un processo un po’ più lungo. Pensiamo anche al ciclo degli investimenti all’interno di un’azienda. Un imprenditore lo intraprende quando ha una certa visibilità sul futuro, e un determinato grado di certezza, quindi è vitale, ed era importantissimo, che queste risorse finanziarie rimanessero all’interno del circuito finanziario per più tempo. Da qui la decisione del legislatore di inserire un periodo minimo di investimento di cinque anni per poter ottenere il beneficio fiscale.

Per concludere, ritiene che i PIR siano strumenti adatti a tutte le tipologie di portafoglio?

Sicuramente è uno strumento che è stato creato appositamente per l’investitore retail; poi, se pensiamo che comunque ha una soglia massima investibile per anno solare, questo vuol dire che ben si sposa anche con la comune esigenza di diversificazione dei propri investimenti finanziari.

Possiamo chiamarlo un piccolo mattoncino italiano da inserire in una allocazione molto più globale. D’altronde possiamo anche dire che i soldi che uno decide di investire può comunque elargirli nel corso dell’anno. Questo si sposa benissimo con le fasi di volatilità come queste che stiamo vivendo in questo periodo, perché permette di ottenere investimenti comunque a prezzi differenziati nel corso dell’anno.

Non ultimo, forse anche più importante, sono stati creati prodotti PIR compliant sia di natura azionaria che obbligazionaria, che vuol dire che ogni investitore può scegliere il prodotto che più risponde alle proprie esigenze. La somma di tutti questi fattori ci fa dire che è un prodotto adatto a tutti.

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PIR: la rotta per il futuro | ZENIT SGR https://www.dadamoney.com/?p=25367 Wed, 11 Jul 2018 22:00:00 +0000 https://www.dadamoney.com/pir-la-rotta-per-il-futuro/ Francesca Cerminara, Responsabile Bond e Valute di Zenit SGR, traccia la rotta per il futuro dei Piani Individuali di Risparmio (PIR), sottolineando la necessità di un’economia forte e di un contesto stabile affinchè il mercato continui a svilupparsi e a crescere.

Il 2018 è il secondo anno di vita dei Piani individuali di risparmio, gli strumenti nati con l’esigenza di ampliare la gamma di finanziamenti per le aziende domestiche, riservando al contempo un beneficio fiscale per gli investitori. Ma il loro successo poggia soprattutto sulla capacità di “essere andati a finanziarie un tessuto economico che dopo anni di crisi ritrovava finalmente un trend positivo”, commenta Francesca Cerminara.

A che punto siamo

Come ricorda l’esperta di Zenit, “i PIR hanno un raggio di azione piuttosto ampio potendo inglobare sia azioni che obbligazioni di qualsiasi dimensione ma in fondo l’universo investibile è ancora piuttosto ridotto se paragonato a quello di altri Paesi”. A Milano, infatti, le società quotate sono 340 (500 in meno rispetto a Parigi e 1.500 rispetto alla Gran Bretagna), e con una contribuzione al PIL ancora bassa. Basti pensare che il FTSE Mib impatta per circa il 30%, mentre a Parigi parliamo di un 70% e in UK quasi di un 100%.

I capitali messi a disposizione dagli strumenti PIR compliant potrebbero andare a colmare parte del gap, rafforzando il nostro sistema economico”, spiega Cerminara. “Gli strumenti a disposizione ci sono e il confronto fra Italia e resto del mondo rafforza la nostra convinzione che siamo sulla strada giusta. Ma affinché il mercato cresca è necessaria un’economia forte e un contesto stabile.”

Pensiamo infatti che dall’inizio dell’anno sono 17 le società europee che hanno deciso di non quotarsi in borsa sia per una riduzione delle valutazioni per un aumento della volatilità sia per l’incertezza che si respira sui mercati finanziari, per non parlare delle società che hanno congelato le emissioni di nuovo debito. Gli investitori e gli emittenti hanno bisogno di chiarezza e stabilità finanziaria, cosa che ora come ora solo la politica può darci.

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