Deprecated: Function create_function() is deprecated in /www/www.dadamoney.com/wp-content/themes/videopro/inc/widgets/popular_posts.php on line 331

Deprecated: Function create_function() is deprecated in /www/www.dadamoney.com/wp-content/themes/videopro/inc/widgets/widget-recent-comment.php on line 113

Deprecated: Function create_function() is deprecated in /www/www.dadamoney.com/wp-content/themes/videopro/inc/widgets/widget-social-accounts.php on line 75

Deprecated: Function create_function() is deprecated in /www/www.dadamoney.com/wp-content/themes/videopro/inc/widgets/widget-categories.php on line 270

Warning: Cannot modify header information - headers already sent by (output started at /www/www.dadamoney.com/wp-content/themes/videopro/inc/widgets/popular_posts.php:331) in /www/www.dadamoney.com/wp-includes/feed-rss2.php on line 8
opec – DaDaMoney https://www.dadamoney.com Un aggregatore di contenuti finanziari in formato video rivolto a risparmiatori, banker, promotori, consulenti finanziari e curiosi di finanza. Wed, 18 Dec 2019 11:33:51 +0000 it-IT hourly 1 https://www.dadamoney.com/wp-content/uploads/cropped-dadamoney_logo-32x32.png opec – DaDaMoney https://www.dadamoney.com 32 32 OPEC. Che cos’è questa famosa organizzazione? | CNBC International https://www.dadamoney.com/?p=25273 Wed, 20 Jun 2018 22:00:00 +0000 https://www.dadamoney.com/opec-cose-famosa-organizzazione/ Il prezzo fluttuante del petrolio è in gran parte deciso dall’offerta e dalla domanda, e dalle azioni collettive dell’OPEC, un’organizzazione che fornisce il 40% del petrolio mondiale. Tom Chitty della CNBC spiega.

Introduzione

Il petrolio non è solo benzina per una macchina, ma anche l’ingrediente di molta roba che usiamo, dai guanti di plastica che mantengono pulite le mani, alle ruote di una macchina. Questi prodotti, quindi, possono essere influenzati dal fluttuare del prezzo del petrolio. Questo prezzo è in gran parte deciso dall’offerta e dalla domanda, e dalle azioni collettive dell’OPEC, un’organizzazione che, come detto, fornisce il 40% del petrolio mondiale.

La storia dell’OPEC

OPEC è un acronimo per Organization of the Petroleum Exporting Countries (Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio). Fu fondata nel 1960 da Iraq, Kuwait, Iran, Arabia Saudita e Venezuela. Il gruppo è stato creato per monitorare la stabilità ed i prezzi del mercato del petrolio. Quest’ultimo, precedentemente, era dominato dalle multinazionali americane e britanniche (le sette sorelle).

Oggi l’OPEC include anche Algeria, Angola, Ecuador, Guinea Equatoriale, Gabon, Libia, Nigeria, Qatar e gli Emirati Arabi Uniti. Il 44% del petrolio mondiale è fornito da queste nazioni. Insieme controllano l’82% delle riserve mondiali confermate di greggio.

I ministri  del petrolio e dell’energia dell’OPEC si incontrano due volte all’anno a Vienna, in Austria. Qui decidono insieme se aumentare o diminuire la produzione di petrolio, in modo da mantenere un mercato stabile.

Critiche

I critici dicono che il tutto sia un modo per queste nazioni per mantenere il prezzo che esse vogliono. Ma davvero l’OPEC controlla il prezzo del petrolio? I maggiori consumatori di petrolio sono gli Stati Uniti e la Cina. E’ stato il rapido sviluppo della Cina, a partire dagli anni 2000, insieme ad una mancanza di crescita nella produzione del petrolio, a mandare il prezzo del petrolio alle stelle, fino al 2012. Questi prezzi alti hanno reso profittevole, per nazioni non OPEC come l’America ed il Canada, fare ricerca e sviluppo ed estrarre più petrolio, in quanto nazioni non influenzate dalle decisioni del cartello OPEC.

Infatti queste nazioni hanno visto crescere la loro capacità estrattiva. Di conseguenza, l’influenza dell’OPEC è venuta scemando. Un aumento dell’estrazione, ed una domanda ridotta di petrolio in Europa ed Asia ha portato ad un crollo del prezzo del petrolio dal 2012 al 2016.

Problemi

Ciò ha causato problemi politici in alcune nazioni OPEC, come il Venezuela, dove il petrolio è il principale driver dell’economia. Tra l’altro la nazione sudamericana ha le più grandi e confermate riserve di petrolio al mondo, ma anche la peggiore inflazione del mondo. Ma per molti consumatori la caduta del prezzo del petrolio ha voluto dire minor prezzo dei carburanti, e minori costi per l’energia. Dal 2016, comunque, i prezzi sono tornati a crescere costantemente.

Nelle seconda parte di quell’anno, infatti, capitanati dall’Arabia Saudita, i membri dell’OPEC si sono accordati per la prima riduzione della produzione dal 2008. La riduzione è stata di 1 milione di barili al giorno. In maniera cruciale, anche la Russia ed altri 10 paesi produttori sono stati d’accordo con questa riduzione, e si sono adeguati. Questi tagli sono stati poi, congiuntamente estesi fino alla fine di quest’anno.

Il boom dello shale oil

Ma in America c’è il boom dello shale oil. I livelli di produzione hanno di recente raggiunto un record; la previsione è che l’America superi, come produzione, l’Arabia Saudita e la Russia. Ma, anche con una produzione maggiore, l’America importa ancora circa 300 milionid id barili di petrolio al mese

Energie rinnovabili

Per l’industria delle energie rinnovabili, comunque, un prezzo del petrolio stabilmente alto la rende un’attraente alternativa: potrebbe essere uno degli strumenti più potenti per far crescere il settore. Il prezzo del petrolio, comunque, resta volatile.

Conclusioni

Fattori geopolitici, come l’accordo (o disaccordo) sul nucleare iraniano, e le minacce del Presidente Trump all’OPEC, possono far muovere i prezzi in entrambe le direzioni. In ogni caso, saranno sempre domanda ed offerta a determinare il prezzo, in ultima istanza.

Con tutte quelle riserve a disposizione, anche nel 21° secolo l’OPEC rimane rilevante, e le loro decisioni possono ancora influenzare il prezzo del petrolio, magari anche solo temporaneamente.

Mentre nuove fonti di energia gradualmente rimpiazzano gli idrocarburi, l’industria del petrolio deve fronteggiare una corsa contro il tempo. Nelle parole di un ex ministro saudita del petrolio “l’età della pietra non è finita per mancanza di pietre, e l’età del petrolio finirà molto prima che il petrolio stesso finisca“.

 

]]>
“L’ ottimista” – Ennio Doris su RTL 102.5 fornisce iniezioni di fiducia sul futuro https://www.dadamoney.com/?p=23512 Wed, 16 Nov 2016 23:00:00 +0000 https://www.dadamoney.com/ottimista-ennio-doris-su-rtl-102-5-fornisce-iniezioni-di-fiducia-sul-futuro/ L’ ottimista: la rubrica di Ennio Doris.

L’ottimista è la rubrica di Ennio Doris che va in onda ogni lunedì mattina su radio RTL 102.5 all’interno della trasmissione “Non stop News” con Fulvio Giuliani e Giusy Legrenzi.

Prospettive per il futuro di un certo ottimismo e tranquillità. Poco più di 7 miliardi di abitanti nel mondo. Ricchezza media di poco inferiore a 14.000 dollari all’anno. poco più di 100.000 miliardi di dollari in tutto il mondo. Previsioni per il 2050.: 10 miliardi di abitanti, 34.000 dollari procapite di ricchezza annua. Produzione totale di 350.000 miliardi di dollari. Quindi più che triplicata. Avverrà tutto con crescite più o meno rapide. In alcuni momenti l’economia crescerà più rapidamente, in altri meno.

Cosa sta accadendo quest’anno? La produzione di ricchezza nel mondo aumenterà “solo” del 3%. Obbligatorie le virgolette. immaginiamo cosa sarebbe, di positivo, se la produzione di ricchezza in Italia aumentasse del 3%. In realtà noi siamo sotto l’1%. Quindi altri producono parecchio più di noi. Quindi, costante aumento di produzione di ricchezza nel mondo, sia totale che procapite.

Ci saranno altri cambiamenti epocali. Il prossimo sarà l’energia. Guardate il petrolio. Stabilmente intorno ai 50 dollari al barile. Il ritorno ai livelli del passato (oltre 100$ a barile) sarà probabilmente impossibile. Questo perché il petrolio, lentamente ma inesorabilmente, sta finendo. Oltretutto, il progresso consente di esterne da dove prima non si poteva (ghiaie bituminose/shale oil). Naturalemtne, ci sono poi le energie rinnovabili, soprattutto la solare. Entro il 2050, il solare fornirà il 50% dell’energia della Terra. L’energia solare non avrà OPEC di sorta (energia democratica).

Sarà un confronto di intelligenze, non di chi ha risorse sotto terra.

]]>
Adesso riflettori su petrolio e OPEC. Filippo Diodovich di IG Italia https://www.dadamoney.com/?p=23300 Sun, 25 Sep 2016 22:00:00 +0000 https://www.dadamoney.com/adesso-riflettori-su-petrolio-e-opec-filippo-diodovich-di-ig-italia/ Video analisi di Filippo Diodovich

Passata la settimana delle banche centrali l’ottava corrente è dominata dalle attese degli investitori sull’esito del meeting informale dell’OPEC in Algeria durante il Forum Internazionale dell’Energia. Secondo indiscrezioni ci sarebbero state nelle ultime ore delle negoziazioni con l’Iran per convincere il governo di Teheran ad avvicinarsi alle posizioni degli altri membri dell’OPEC, favorevoli a un congelamento della produzione.

Noi crediamo che la debolezza del dollaro e i problemi alla produzione in Libia per il controllo delle piattaforme petrolifere di Ras Lanuf dovrebbero attenuare le pressioni sui membri OPEC per siglare un accordo nel brevissimo. La riunione ad Algeri come le trattative di Doha dovrebbero concludersi con un nulla di fatto. Ci aspettiamo, quindi, che i corsi dell’oro nero rimarranno nel trading range 43-50 dollari al barile ancora a lungo.

Dal punto di vista macro la settimana non è particolarmente ricca di dati. Dagli Stati Uniti ordini di beni durevoli, vendite al dettaglio e stima finale sul PIL del secondo trimestre. Soprattutto il primo dibattito Clinton-Trump in vista delle presidenziali di novembre, avvenuto stanotte.

Da un punto di vista tecnico l’andamento del cambio euro/dollaro è stato contenuto in un triangolo. Dopo aver testato il limite inferiore della configurazione possibile il raggiungimento di quello superiore. Una vittoria al di sopra della resistenza a 1,1250 getterebbe le basi per un allungo in direzione di 1,13. Discorso diverso in caso di cedimento di 1,12 preludio a un ritorno verso 1,1150.

Il cambio dollaro/yen continua ad avvicinarsi al supporto strategico di lungo periodo posizionato a 99,50. L’eventuale cedimento di tale sostegno darebbe ulteriore forza alle pressioni ribassiste, creando i presupposti per una estensione della discesa verso i target a 96. Segnali di crescita solo sopra 102.

Il brent non ha evidenziato particolare volatilità dopo i forti movimenti registrati a luglio e agosto. Una violazione al ribasso dei supporti a 45 dollari sarà la condizione che permetterà ai prezzi di scendere verso 42. Indicazioni positive giungeranno, invece, con una vittoria di 48,50 per obiettivi a 50 dollari.

]]>